
Svolta nelle indagini sulla strage di Cassano all’Ionio del gennaio 2014, nella quale morirono il piccolo Cocò Campolongo insieme al nonno Giuseppe Iannicelli e a una donna marocchina, Betty Taoussa, compagna di quest’ultimo. Nella mattinata di oggi, sono stati infatti tratti in arresto Cosimo Donato e Faustino Campilongo, due esponenti dei clan della zona di Sibari, accusati di triplice omicidio e distruzione di cadaveri. I carabinieri del Ros hanno notificato il provvedimento in carcere, dove i due si trovavano detenuti per altra causa.
Tra i moventi della strage, si parlò di un possibile pentimento di Iannicelli, già arrestato per detenzione di droga e traffico di cocaina. L’uomo infatti aveva scritto alla madre, manifestando l’intenzione di pentirsi, come sostenuto da Battista Iannicelli, fratello della vittima. Gli inquirenti continuano anche a battere un’altra pista, quella di una partita di droga non pagata. Sembra quasi certo, in ogni caso, che Iannicelli temesse per la sua vita e per questo si portasse dietro il nipotino Cocò, datogli in affido dopo l’arresto della madre del piccolo, convinto che potesse essere un deterrente contro tentativi di ucciderlo.
Nei mesi scorsi, finirono sotto accusa per la strage in cui restò ucciso Cocò i componenti del cosiddetto “clan degli zingari”, che aveva il suo quartiere generale a Lauropoli, frazione di Cassano allo Jonio, ma accusato di avere gestito un vasto traffico di droga, con diramazioni anche nel nord Italia, smantellato a febbraio in un’operazione contro la malavita organizzata.
GM