
Lino Amantini è il titolare del ristorante “Da Lino”, a Firenze; di lui si parla da qualche giorno, ovvero da quando, dopo le dimissioni del sindaco di Roma, Ignazio Marino, sono tornate di stretta attualità le spese per viaggi e banchetti organizzati dai primi cittadini da Nord a Sud della Penisola. Amantini ha avuto per anni come “cliente” Matteo Renzi, prima da presidente della Provincia, poi da sindaco del capoluogo toscano, e a sentirlo parlare – intervistato da ‘Il Fatto Quotidiano’ – sembra che ritenga le spese per le cene di Marino davvero poca cosa rispetto a quanto gli è passato davanti: “Marino deve aver toccato qualche armadio che non doveva aprire perché non s’è mai visto che un sindaco va a casa per qualche cena, stiamo parlando di 20 mila euro in due anni, giusto? Cioè niente”.
Nei quattro anni alla guida della Provincia, in soli pasti Renzi raggiunse circa 600mila euro, mentre il dettaglio delle spese da sindaco è al vaglio della magistratura contabile. Amantini ricorda: “Matteo era sempre qui, mai solo e portava la qualunque. Amici, familiari. Ricordo benissimo che tre giorni prima di avere l’ultimo figlio venne con l’Agnese qui, aveva il pancione. Non toccatemi l’Agnese, eh, che è proprio bravissima, una persona meravigliosa guardi ed è rimasta quella di sempre, non è cambiata d’una virgola, first lady o no”. Il ristoratore prosegue: “Sa quante tavolate, feste, pranzi e cene di lavoro qui dentro? Un’infinità. E poi si mandava la fattura direttamente in Comune. Infatti da quando Matteo è andato a Roma m’è calato parecchio l’incasso”.
Adesso, dice Amantini, la situazione è decisamente diversa: “Ora chi viene paga di tasca sua, poi non lo so se chiedono i rimborsi o come funziona. Certo vengono molto meno, son cambiati i tempi. Nessuna tavolata e zero fatture al Comune. Poi Renzi spesso riusciva a far pagare l’ospite al posto suo, qualcuno da fuori, ma non mi chieda i nomi di politici o altro perché non me li ricordo: né che saldassero loro o lui. Comunque sembra passata una vita”.
La replica di Renzi
La ricostruzione dei fatti da parte del ristoratore fiorentino e del quotidiano diretto da Marco Travaglio non piace però al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che replica così: “Io ho messo online tutte le spese, per primo in Italia. E tutte le volte che ho mangiato con mia moglie e la mia famiglia ho pagato di mio, come è ovvio. Sia da Lino che da altri. Peraltro tutte le mie spese dal 2004 al 2013 sono state al vaglio nome per nome, pranzo per pranzo, di Pm e Corte dei conti. Non è possibile che Lino dica che il Comune pagava le mie cene con mia moglie (che poi saranno stati tre o quattro pranzi quando lei insegnava in città), perché lui voleva offrirmeli e io proprio per questo insistevo per pagarli. Io certe cose non le faccio. E comunque ci sono le ricevute del Comune e le mie personali. Mai fatto tavolate con moglie e amici. Quando era con mia moglie, ero con lei. Tra l’altro, il pranzo che viene citato era nel 2006 quando non ero neanche in Comune”.
GM