Beghelli: “Così ho salvato la mia azienda”

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Gli ingredienti per un fallimento c’erano tutti: conti in rosso e fatturato in calo. Gian Pietro Beghelli, 70 anni, fondatore dell’omonima azienda bolognese, leader in Italia nei sistemi di illuminazione di emergenza, non ha gettato la spugna  e dopo due anni di risanamento è riuscito a salvare gli sforzi di  tutta la sua vita, riuscendo fortunatamente a non licenziare nessuno. L’imprenditore in un’intervista a Il Corriere della Sera, spiega come la tenacia e la grande forza di volontà l’hanno aiutato a superare momenti bui.  “Solo due anni fa non sembravano esserci i presupposti per una ripresa: il fatturato calava, i conti erano in rosso e, nello stesso settore, altre aziende chiudevano. Ma la famiglia Beghelli ha tenuto duro. “Non volevamo licenziare — sottolinea il fondatore Gian Pietro Beghelli — abbiamo scelto di ridimensionare la produzione in Cina e Repubblica Ceca, abbiamo riportato alcune produzioni in Italia nei due stabilimenti emiliani (Monteveglio e Pievepelago), abbiano fatto della cassa integrazione ma non abbiamo licenziato nessuno. Ora abbiamo 420 dipendenti in Italia e 1.500 nel mondo, in Cina dove avevamo ridotto l’organico a 600 dipendenti ora ne abbiamo di nuovo mille”. I nuovi investimenti fatti, frutto di una visione lungimirante del mercato, lo hanno aiutato a riportare i conti in attivo. “Abbiamo studiato e lanciato dei nuovi prodotti che stanno andando bene — spiega Beghelli —. Un apparecchio a led intelligente che autoregola l’illuminazione in base alla luce esterna o alla presenza di persone nella stanza. E una luce di emergenza che si accende da sola se salta la corrente”.

Roberta Garofalo