Incassano le pensioni dei parenti defunti, ma evitano la condanna

In fila per la pensione (Matt Cardy/Getty Images)
In fila per la pensione (Matt Cardy/Getty Images)

Tre persone sono finite sotto processo negli anni scorsi per truffa aggravata all’Inps: avrebbero incassato per anni la pensione rispettivamente della madre, della suocera e del fratello. Dal momento in cui i fatti sono avvenuti, però, è passato diverso tempo, così è intervenuta la prescrizione per tutti e tre i casi. Lo ha stabilito una sentenza della Corte d’Appello, che ha così accolto il ricorso dei legali di un uomo di 69 anni, originario di Paese, centro di oltre ventimila abitanti nel trevigiano.

L’accusa nei suoi confronti era quella di aver sottratto all’Inps oltre 37mila euro, incassando per anni la pensione della madre morta a 91 anni nel 1999. Secondo il suo avvocato, “non vi è alcun obbligo giuridico di denunciare all’Inps la morte del congiunto. Lo dicono le sentenze della Cassazione”. Ma il processo non è neanche entrato nel merito, perché appunto i reati sono stati dichiarati prescritti. Due gli episodi simili emersi nelle stesse ore nella stessa zona.

I legali dell’uomo, nello specifico, facevano riferimento a una pronuncia della Corte di Cassazione con sentenza 5 dicembre 2013, n. 48820, secondo la quale riscuotere la pensione del genitore deceduto rientra nel reato di indebita percezione di erogazioni in danno dello Stato, punito con la pena meno grave della reclusione da sei mesi a tre anni o con la multa. In base alla sentenza della Cassazione, mancherebbe, rispetto al reato di truffa, l’elemento costitutivo degli artifizi e dei raggiri.

GM