
“Gli elementi che abbiamo fanno ritenere che il signor Bozzoli non sia mai uscito dalla fabbrica”, ad affermarlo è il procuratore di Brescia Tommaso Buonanno, che mette così un altro punto fermo sul giallo della scomparsa dell’imprenditore Mario Bozzoli, del quale non si hanno più notizia dall’8 ottobre scorso, giorno in cui è stato inghiottito nel nulla, dopo aver telefonato alla moglie ed aver salutato gli operai. E’ questo un altro elemento che dimostra come gli investigatori non sembrano credere più né nel sequestro di persona, né tantomeno in un allontanamento volontario.
Buonanno ci tiene a precisare che si tratta di “una delle indagini più difficili” tra quelle che ha affrontato, ma assicura: “Non siamo trascurando nulla”. Non viene lasciato nulla di intentato anche nel caso del decesso di Giuseppe Ghirardini, l’operaio dell’azienda di Marcheno trovato morto domenica nei pressi di Ponte di Legno, a pochi giorni dalla sua scomparsa. Dell’uomo, che con certezza è stato tra gli ultimi a vedere Bozzoli, non si avevano più notizie da mercoledì scorso.
Restano due i fascicoli aperti dalla Procura: il primo legato alla scomparsa di Bozzoli con l’ipotesi di sequestro di persona. Il secondo, sulla morte di Ghirardini, segue la pista dell’istigazione al suicidio. Intanto, è stato chiesto il supporto di Cristina Cattaneo, il medico legale già noto per aver lavorato ai casi di Yara Gambirasio e delle Bestie di Satana. Al vaglio degli inquirenti, tra le altre, anche l’ipotesi che qualcuno possa aver buttato nel forno Bozzoli, facendo così in modo di eliminare ogni traccia di un eventuale delitto, ma anche in questo caso sorgono dubbi: “È alto 1.90, uno da solo non poteva buttarlo”, sostiene chi sta svolgendo le indagini.
GM