
Si appellano al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, la coppia campana che lavora in una casa famiglia del movimento nazionale di Capodarco e che è affidataria di una bambina portatrice di un ritardo psichico e con l’Aids, definita da un medico che segue la bambina “un importante problema di salute non pregiudizievole per gli altri bambini”. La coppia, la cui lettera al ministro è stata pubblicata dal quotidiano ‘Avvenire’, spiega che alla ragazzina, che ha undici anni, è stata negata l’iscrizione a scuola.
Questa la motivazione ufficiale: “Le domande di nuove iscrizioni vanno oltre il limite massimo dei posti complessivamente disponibili nella nostra scuola, limite definito sulla base delle risorse di organico e relativamente alla capienza delle aule dell’edificio scolastico, come predisposto dagli enti competenti e pertanto allo stato attuale non possono essere accolte”. In realtà, a luglio la preside dello stesso istituto aveva accolto la domanda di iscrizione della ragazzina, perché c’erano posti in esubero.
La coppia racconta la storia personale della bambina: “È arrivata da noi dopo che svariate comunità educative del Napoletano hanno deciso di non accoglierla. Dopo che una scuola elementare ha creduto di fare il suo bene promuovendola fino alla quinta, sorvolando sul livello di sviluppo psicofisico della bambina adeguatamente certificato, che si attesta intorno ai cinque anni”. Quindi ha spiegato che alla ragazzina è stato detto “con parole semplici” che “la scuola che lei sapeva sarebbe stata anche ‘sua’ ancora non è pronta ad accoglierla, perché ha paura della malattia”. Da qui alcune domande al ministro: “È vero, signora ministro, che parte della scuola, in Italia nel 2015, ha paura? E come la mettiamo con la conoscenza e le competenze a essa legate e che deve saper trasmettere?”.
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GM