
Dovrebbe tenersi domani l’udienza di convalida del fermo di Antonio Tagliata, 18 anni, che ha ammesso di aver sparato prima alla madre della sua fidanzata, uccidendola sul colpo, e poi al padre, riducendolo in fin di vita. Intanto, secondo quanto confermano fonti ospedaliere, il genitore, Fabio Giacconi, sottufficiale dell’Aeronautica, è in coma irreversibile, nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Torrette ad Ancona. Qualche ora dopo la sparatoria, è stata fermata anche Martina Giacconi, figlia 16enne della coppia, accusata di concorso in omicidio e tentato omicidio.
Fondamentale l’esito dell’interrogatorio avvenuto l’altra notte del 18enne, la cui fuga si è conclusa poco dopo l’omicidio. Tagliata, difeso dall’avvocato Luca Bartolini, ha ammesso di aver sparato, “ma per difendermi, poi non ricordo più nulla”, aggiungendo: “Ero armato perché ero convinto di morire io”. Da parte sua, invece, Martina Giacconi si è difesa dicendo di aver visto il fidanzato tirare fuori la pistola, ma “non pensavo che l’avrebbe usata. Ero impietrita”.
Nelle scorse ore, il padre del giovane assassino si è espresso in difesa del figlio, sostenendo: “Hanno descritto mio figlio come un mostro ma mio figlio è un ragazzo buono: lei lo ha plagiato. La porta di casa dei genitori l’ha aperta lei. C’è stata una colluttazione, e lei ha detto sparagli!”. L’uomo ha proseguito: “Antonio era convinto che il padre della sua fidanzata fosse pericoloso. Si sentiva minacciato e si era procurato una pistola. Si era messo in testa che correva pericolo lui e anche la sua famiglia”.