
Si terrà stamattina alle 11.30, nel carcere di Camerino dove è detenuto, l’interrogatorio di convalida del fermo per Antonio Tagliata, 18 anni, che ha ammesso di aver sparato prima alla madre della sua fidanzata, uccidendola sul colpo, e poi al padre, riducendolo in fin di vita. Nelle scorse ore, il giudice delle Indagini preliminari del Tribunale Minorile di Ancona, Paola Mureddu, ha convalidato il fermo della fidanzata 16enne, Martina Giacconi, che verrà ristretta in un penitenziario riservato ai minori.
Nelle scorse ore, intanto, il giovane assassino ha spiegato agli inquirenti come si è procurato l’arma del delitto: “La pistola l’ho comprata da un albanese, in piazza Cavour ad Ancona. L’ho pagata 450 euro”. Tagliata ha poi aggiunto di aver acquistato anche 86 proiettili, gettati in un cassonetto della spazzatura insieme alla pistola subito dopo aver compiuto il delitto. Resi noti anche i risultati dell’autopsia su Roberta Pierini, madre di Martina, che è stata raggiunta da tre colpi di pistola esplosi da Antonio: uno mortale alla testa, nella regione parietale destra, un secondo al fianco destro e uno di striscio al braccio sinistro, morendo sul colpo.
Saranno i risultati delle perizie balistiche e degli accertamenti dei Ris a chiarire da che distanza abbia sparato Tagliata e se l’arma sia stata rivolta prima all’uomo e poi alla donna o viceversa. Il padre della giovane, Fabio Giacconi, sottufficiale dell’Aeronautica, si è appreso l’altro giorno, è in coma irreversibile, nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Torrette ad Ancona. Emergono infine particolari sul passato di Carlo Tagliata, padre del giovane assassino, il quale aveva difeso il figlio, sostenendo che questi sarebbe stato in qualche modo plagiato. L’uomo quasi 30 anni fa venne processato dal Tribunale dei minori come esecutore materiale dell’omicidio di Salvatore Morale: pensava ci provasse con la sua fidanzata.
GM