“Io, violentata da un 80enne”. Ma al processo emerge la verità

(Xavi Gomez/Cover/Getty Images)
(Xavi Gomez/Cover/Getty Images)

Lui, 80 anni, è un anziano imprenditore, lei, di cinquant’anni più giovane, è un’avvenente commessa di un negozio di abbigliamento: iniziano a scambiarsi una serie di messaggi e telefonate, quindi organizzano un appuntamento al buio. “Vediamoci, voglio fare follie”, si legge nel testo di uno dei messaggi che la giovane donna invia all’anziano. Qualcosa però durante il loro incontro va storto, così l’imprenditore viene denunciato per violenza sessuale. La vicenda è ambientata a Portici, nel napoletano.

Si va a processo, ma il racconto della 28enne ha delle evidenti falle, che i tabulati telefonici e i testi dei messaggi rendono ancora più evidenti. A quel punto i giudici assolvono con formula piena l’anziano e chiedono alla Procura di indagare sulla donna. In sostanza, l’accusa per la commessa è di aver intrapreso la storia con l’anziano in cambio di ricariche telefoniche e regali. Una volta stanca, avrebbe inventato la storia della violenza. Adesso rischia il processo per falsa testimonianza e calunnia.

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GM