
La risposta agli attentati di venerdì non si è fatta attendere: la Francia ha compiuto un il massiccio bombardamento dei suoi jet su Raqqa, la “capitale” dello Stato Islamico in Siria. La conferma è pervenuta dal ministero della Difesa. E’ stata una vera e propria pioggia di fuoco su Raqqa di cui avevano già dato notizia gli attivisti anti-Isis nella città. «Almeno 30 i raid aerei» nelle ultime ore, raid che «si sono intensificati in serata». Nelle operazioni sono stati impiegati 12 aerei, tra i quali 10 caccia da combattimento, decollati simultaneamente dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Giordania. L’operazione si è svolta in serata. In città, oltre l’energia elettrica, è stata tagliata anche la fornitura di acqua. Lo rendono noto fonti locali. I raid avrebbero colpito «almeno 20 obiettivi» nevralgici nella città. Tra questi il centro di comando dell’Isis, due centri di addestramento e un altro per il reclutamento oltre a depositi di munizioni. Almeno 10 raid avrebbero colpito il polo petrolifero siriano di Dayr az Zor, da mesi nelle mani dell’Isis. A riferirlo gli attivisti dell’opposizione anti-Assad. Grazie alla conquista della città, nell’est della Siria, l’Isis riesce a garantirsi milioni di dollari di proventi nel traffico illegale di petrolio: l’operazione tende proprio ad interrompere le fonti di sostentamento dell’organizzazione. Domani, durante il suo discorso a Camera e Senato riuniti, il presidente francese Francois Hollande dovrebbe annunciare misure precise sulla situazione militare e l’impegno in Siria, sulla lotta contro il terrorismo e contro l’Islam radicale.
ADB