
Dopo le stragi di Parigi tutta l’Europa si sente sotto attacco e ha alzato il livello di allerta. Non fa eccezione l’Italia dove, al di là delle futili polemiche interne che non aiutano a risolvere problemi globali, si sta provando a fare qualcosa per prevenire eventuali fatti simili a quelli accaduti in Francia. Protagonista in questi giorni il ministro Alfano che ha proposto un piano anti-terrorismo che prevede tre step che riguardano tre differenti aree ovviamente connesse tra loro: lavoro di intelligence, prevenzione nelle carceri e misure straordinarie per il Giubileo.
Il primo punto riguarda le carceri dentro alle quali Alfano vorrebbe fare una sorta di campagna antiproselitismo. Il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza convocato al Viminale ha infatti deciso di “rafforzare il monitoraggio nelle carceri italiane per ridurre il rischio di proselitismo”. Come spiega il ministro “siamo in una dimensione anche culturale. Occorre conoscere l’arabo e abbiamo professionisti attrezzati per questo. Aggrediremo i luoghi del radicalismo, ma difenderemo chi prega e non è colluso con i criminali. I musulmani italiani devono sapere che il nostro è un grande Paese che riconosce la libertà di culto, ma che ha delle leggi molto rigorose e severe per cui chi sbaglia viene espulso e arrestato. Ma la libertà di preghiera e di culto è un qualcosa che noi difendiamo”.
Il secondo step riguarda il lavoro dei nostri 007. Alfano rassicura che l’intelligence italiana funziona, ma ammonisce: “Nessun Paese è a rischio zero” quando si parla di terrorismo. Il ministro poi spiega le misure prese all’indomani degli attentati di Parigi: “Abbiamo considerato accresciuta la minaccia ancorché non sorretta da elementi specifici su iniziative in corso. Abbiamo elevato il livello di allerta fino a quello precedente il massimo, che si ha quando c’è un attacco in corso”. Alfano ha poi aggiunto: “Il nostro obbiettivo è controllare il più possibile senza concentrarci su un singolo aspetto che potrebbe poi essere smentito da un evento successivo”.
Il terzo ed ultimo punto riguarda l’imminente Giubileo straordinario che inizierà l’8 dicembre prossimo. Ecco il pensiero di Alfano su questo appuntamento che diventa ancora più delicato dopo quello che è accaduto in Francia: “Faremo un’ulteriore valutazione sulle misure da confermare e rafforzare, ma il Papa non viene in Italia appositamente per il Giubileo e noi eravamo chiamati a proteggerlo a prescindere. Le minacce del Califfo per Roma precedevano l’annuncio del Giubileo e abbiamo sempre considerato il rischio per la Capitale particolare”. Alfano ha poi aggiunto: “Rafforzeremo la vigilanza sui punti sensibili, a partire da piazza S.Pietro, dove ci saranno percorsi stabiliti per l’afflusso e postazioni fisse di controllo. Attenzione anche alle minacce dal cielo. Il riferimento è al rischio di attacchi portati attraverso l’utilizzo di droni radiocomandati che potrebbero in teoria sfuggire ai controlli più canonici ed avere effetti devastanti.
F.B.
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