Renzi: “Livelli di sicurezza alti, ma non rinunciamo alla libertà”

Matteo Renzi (ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)
Matteo Renzi (ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)

Dopo gli attentati di Parigi, è altissima l’allerta terrorismo anche in Italia, come rileva il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ieri ospite di Skytg24, sostenendo come “la legge di stabilità per il 2016 aveva già più soldi del 2015 sulla sicurezza. Nei prossimi 15 giorni verificheremo se possiamo mettere più denari”. La proposta che Renzi farà a tutti i partiti è quella che egli stesso definisce “operazione Paese”, ossia “un investimento ulteriore non solo in sicurezza, ma anche per il recupero di determinate realtà. Perchè le periferie non possono essere luoghi di nessuno”.

Il premier – che a caldo aveva sottolineato come “l’Europa colpita al cuore saprà reagire alla barbarie” – invita il Paese a trovare il coraggio di non rinchiudersi: “Teniamo alti i livelli di sicurezza, intensificheremo i controlli, ma senza rinunciare alla libertà e alla nostra identità. Il tema è molto complesso: niente isteria né sottovalutazione, bisogna trovare un equilibrio, l’Italia ha una grande forza di reazione”. Nei giorni scorsi, Renzi aveva spiegato: “Vinceremo questa battaglia. Non sarà semplice, non sarà breve. Ci vorranno mesi, forse anni”.

Per vincerla, però, ha detto ieri Renzi, “il patto di stabilità non si deve applicare, diciamo genericamente, alle spese della difesa. Mi fu detto di no, oggi le cose cambiano e mi sembra un fatto positivo, giusto e sacrosanto”. Secondo il presidente del Consiglio, sarebbe “assurdo il contrario. In un momento di tensione internazionale uno sta attento allo zero virgola”. Quindi Renzi dice anche no alle leggi speciali: “Noi faremo tutto ciò che serve per ridurre al minimo il pericolo, ma prima di tutto serve un lavoro di intelligence”. Nella lotta al terrorismo, precisa il premier, “‘Italia non è all’anno zero” e ricorda recenti arresti, proprio alla vigilia degli attentati parigini.

Il Giubileo si farà

Quindi sull’ipotesi di avanzare una richiesta al Papa per sospendere l’Anno Santo, già respinta dal ministro Angelino Alfano, Renzi è netto: “Annullare il Giubileo? Non esiste proprio. Il Papa sempre Papa è. Roma è la città che ospita la sede della cristianità. Ne siamo molto orgogliosi. Siamo molto grati a Francesco anche per il lavoro in politica estera. Per il resto calma e gesso”.

Il premier ricorda ancora: “L’Italia sta già partecipando in molte missioni internazionali. Si dice andiamo e bombardiamo, ma prima accordiamoci su chi bombardiamo, perchè la frammentazione in Siria ha portato ad una serie di interventi slegati da una visione unitaria”. Poi mette in evidenza: “Per individuare Jihadi John, il boia dell’Is, l’Italia ha collaborato con i suoi uomini, quando è stato chiaro che il boia era quell’uomo, è stato chiaro anche per il lavoro che ha fatto l’Italia”.

“Non c’è nessun soldato italiano o altri impegnati sul terreno contro l’Is” – chiarisce Renzi – “Dal punto di vista tecnico l’Italia può mandare aerei in Iraq ma non in Siria. Però al di là degli aspetti giuridici la mia riflessione è più ampia: il tema non è se bombardare o meno la Siria. Decidiamo qual è l’obiettivo, chiariamo qual è la coalizione, io una Libia bis non la voglio. Alla luce di tutto questo l’Italia è pronta a fare la propria parte”.

Respinta infine l’ipotesi di chiudere le frontiere: “Sarebbe molto facile dire che è tutta colpa dell’immigrazione o che sono i barconi il problema. Non è così. Questo non significa che noi non dobbiamo avere la massima attenzione. Ma per come la vediamo, ad oggi i terroristi usano gli aerei di linea. Non usano i barconi. Continuerò sempre a salvare una vita umana, siamo differenti dai terroristi perchè noi i bambini li salviamo”. Per Renzi, dire che “bisogna chiudere le frontiere significa dire che i terroristi ce li teniamo qui, perché gli assassini nella stragrande maggioranza dei casi sono nati e cresciuti in Europa, hanno giocato a calcio con i nostri figli“.

GM