
Qualcosa non torna sugli ultimi attimi di vita di Valeria Solesin. “Un tempo interminabile” ecco come sono stati i momenti in cui la ragazza sarebbe rimasta tra le braccia del fidanzato, Andrea Ravagnini, dopo essere stata ferita da un colpo di kalashnikov. Una morte che secondo i medici legali è sopraggiunta dopo pochi minuti. A dichiararlo è il giovane che avrebbe ricostruito quella terribile sera ai carabinieri di Venezia. “Per due ore mi sono finto morto e sono stato abbracciato a Valeria. I terroristi dell’Isis passavano tra i feriti del teatro Bataclan per dare il colpo di grazia alle vittime” avrebbe aggiunto Andrea percorrendo a ritroso quegli attimi scolpiti nella sua mente. La ricercatrice è morta dunque dissanguata tra le braccia dell’uomo che amava in pochi istanti a causa di un solo proiettile, sparato dall’alto che l’ha colpita in viso e le ha perforato il polmone. Testimoni di quanto accaduto anche la sorella di Andrea e il suo fidanzato, presenti al concerto. A differenza delle prime ricostruzioni sulla terribile notte del Bataclan i tre non si sarebbero mai separati da Valeria; la separazione con la ragazza avvenne solo quando nel teatro, due ore dopo l’irruzione jihadista, sono intervenute le teste di cuoio francesi ed i primi soccorsi. Più che una separazione verrebbe da definirla una perdita di contatto con il corpo, ormai esamina, di Valeria. Non si sa chi abbia tentato di soccorrerla; per il momento le dichiarazioni di Andrea non sembrano chiarire chi dei tre – lo stesso Andrea, la sorella di Andrea e il fidanzato di lei – sia rimasto accanto al corpo delle povera Valeria quando i medici e i sanitari sono entrati nel Bataclan per portare via i feriti. Da questo momento in poi sono passati due giorni prima che i genitori di Valeria avessero delle notizie certe, momenti che li hanno spinti a pensare che la loro figlia fosse ancora viva. Un particolare che sconcerta: se nessuna separazione c’è stata non si comprende perché il destino della povera Valeria sia rimasto incerto per così tanto tempo. Perché nessuno dei tre abbia avvisato i genitori. Forse lo stesso Andrea non la credeva morta, ma solo ferita, e sperava di ritrovarla in uno degli ospedali parigini dove sono stati curati le vittime dell’attentato. Ma la morte è sopraggiunta subito, dicono i medici; forse il ragazzo, ancora sotto shock, non ha avuto la forza di parlare con nessuno di quanto è successo. Il riconoscimento dei corpi per i soccorritori in alcuni casi è stato più complicato del previsto, anche a causa della mancanza dei documenti persi durante l’attacco. L’incertezza potrebbe essere stata causata anche da questo, con i poveri genitori di Valeria rimasti a macerarsi nel dubbio per ore e ore. Ma anche la sorella del ragazzo e il fidanzato di lei sono rimasti, per ore, in silenzio. E questo, a momento, appare inspiegabile. Poi è arrivata la chiamata dal consolato e qualsiasi ipotesi è svanita. Oggi la salma della ventottenne è tornata finalmente a casa ed è stata aperta nell’atrio di Ca’ Farsetti, a Venezia, la camera ardente per darle un ultimo saluto. Un gran numero di persone è già sul posto per rendere omaggio alla ragazza: presente il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, il sottosegretario all’Economia, Pier paolo Baretta e il deputato di Sinistra Italiana, Stefano Fassina.
Roberta Garofalo