
Barack Obama promette di distruggere la minaccia dell’Isis, ma sollecita la Russia a collaborare e fare la propria parte in Siria per sconfiggere lo Stato Islamico. “Distruggerlo non è solo un obiettivo realistico ma stiamo riuscendo a farlo”, ha detto il presidente americano domenica nel corso di una conferenza stampa tenuta dopo il vertice con i capi di Stato e di governo asiatici in Malaysia. Gli Stati Uniti rimproverano Putin perché le prime operazioni militari della Russia in Siria non hanno contribuito alla lotta all’Isis: anzi, in qualche modo hanno rafforzato l’organizzazione. Obama però ha ribadito che “lo strumento più potente che abbiamo per combattere lo Stato islamico è affermare che non abbiamo paura. Non ho paura che lo Stato Islamico ci sconfigga con le sue operazioni. Distruggere l’Isis non soltanto è un obiettivo realistico, ci riusciremo. Sarà fatto», sottolineando poi che «non accetteremo il terrorismo come la nuova normalità, non siamo senza potere” e “il mondo non accetterà attacchi terroristici ai ristoranti e ai cinema”. A seguire il suo appello è il primo ministro inglese David Cameron, che secondo il Sunday Times, infatti, si appresta a chiedere, entro 15 giorni, al Parlamento di avviare attacchi aerei contro l’Isis in Siria. Cameron esorterà i parlamentari dicendo loro che dovrebbero cominciare a comportarsi come «Churchill, non Chamberlain» se vogliono sconfiggere il terrorismo. Secondo il Guardian, Cameron potrebbe fare una dichiarazione formale giovedì prossimo in Parlamento, ma aspetterà chiedere un voto fino a quando avrà la certezza di avere i numeri necessari a far passare la misura.Il primo ministro conta di avere il via libera prima della pausa natalizia. Stamane Jean-Yves Le Drian, ministro francese della Difesa, intervenendo alla radio Europe1 e all’emittente tv iTélé, dopo i bombardamenti dell’ultima settimana, ha dichiarato “la vittoria passa obbligatoriamente per una presenza sul terreno. Lo scopo non è indebolire ma annientare l’Isis”. Per la Francia l’aiuto europeo consiste in tre punti: “il primo è quello dei raid aerei; il secondo è quello dell’aiuto logistico con armi e munizioni; l’ultimo quello della staffetta con le forze francesi presenti in Africa”, conclude.
Roberta Garofalo