
Un delitto raccapricciante ha sconvolto New York. Una donna di 22 anni, Angelikque Sutton, all’ottavo mese di gravidanza è stata sventrata dalla sua migliore amica. La ragazza voleva rubarle la bambina che aspettava. La tragedia è avvenuta nel Bronx dove Ashley Wade, spinta dell’ossessivo desiderio di diventare madre, ha attirato la vittima nel suo appartamento con la scusa di voler riallacciare un rapporto perso con la fine della scuola. La ragazza, felice per l’amicizia ritrovata, accetta l’invito. L’assassina l’ha fatta accomodare in casa, l’ha strangolata, le ha tagliato la gola per finirla e infine le ha praticato un taglio cesareo per portarsi via la bambina. A chiamare la polizia è stato il fidanzato della donna che tornato a casa si è trovato di fronte una scena da incubo. «Ashley era insanguinata e teneva stretta la bambina. Continuava a dire che quella era sua figlia. Ha detto che aveva partorito. Ma era ovvio che non era vero» racconta uno degli agenti. Poco distante il corpo di Angelikque, immediatamente trasportata al Montefiore Medical Center, dove i medici hanno costatato il decesso. Sempre nello stesso ospedale è stata ricoverata la piccola che non ha riportato alcuna ferita. I medici del reparto l’hanno chiamata Genesis: «Di solito, in casi orribili di questo genere, i bimbi non sopravvivono ma Genesis è un piccolo miracolo». L’omicida è stata rinchiusa in un ospedale psichiatrico; presto un giudice formulerà le accuse a suo carico. Per la famiglia della vittima rimane il ricordo della vita felice che conducevano prima della tragedia. Patrick Bradley, papà della bimba, è ancora incredulo sull’accaduto: «Non so cosa stia succedendo. Ci sono dei sopravvissuti?» chiedeva appena saputo della tragedia. Il suo dolore potrà solo essere alleviato dalla piccola Genesis, l’unico affetto che gli rimane.
B.R.