Il sindacato “Polizia nuova forza democratica” ha annunciato che verrà attivata una linea telefonica indirizzata alle segnalazioni sospette da parte della comunità islamica sul fronte del terrorismo. Spiega il sindacato di polizia: “Il servizio sarà garantito volontariamente h24 da colleghi e da appartenenti alla società civile a conoscenza delle lingue parlate nelle regioni mediorientali (francese, arabo, ecc.) che, tramite questa organizzazione, gireranno le segnalazioni alle autorità competenti, vigilando sulle risultanze”. Ad annunciare la nuova linea telefonica un gruppo di sindacalisti della polizia di Stato come Barbara Messina, Franco Faraci e Filippo Bertolami, coadiuvati dal criminologo Marco Strano. Il loro auspicio è che al più presto provveda al deficit preventivo il Ministero dell’Interno con iniziative adatte ad intercettare ogni segnalazione utile a prevenire attacchi, partendo dall’interno della comunità isamica. Per il momento si muovono loro.
Tra la giornata di sabato e ieri diverse manifestazioni da parte delle comunità islamiche di tutta Italia si sono svolte per dire “No al terrorismo”, dopo i recenti fatti di Parigi. A Roma la manifestazione si è tenuta in piazza Navona: “Noi non siamo Isis, siamo italiani e siamo contro l’Isis”, hanno urlato diverse donne, con rabbia. Dal palco, i rappresentanti della comunità musulmana hanno espresso “una condanna netta contro l’Isis e contro tutti i terrorismi. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.
Tra i presenti alla manifestazione anche Abdellah Redouane, segretario del Centro islamico culturale d’Italia che ospita la Grande Moschea: “I musulmani devono essere in prima linea per respingere questi discorsi radicali che alimentano il terrorismo”. Quindi Redouane ha spiegato: “Il terrorismo ha fatto un salto di qualità: prima erano singoli individui, oggi hanno il sostegno da parte di uno Stato che ha un territorio, che esporta anche il petrolio”.
Nel suo sermone in moschea, l’imam ha insistito: “La nostra religione è all’insegna della misericordia e non della crudeltà e della violenza, perciò il Centro islamico culturale d’Italia condanna fermamente ogni atto terroristico che colpisce la vita umana”. Gli ha fatto eco Omar Camilletti dirigente del Centro Islamico: “Il problema è solo culturale. Non c’entra la religione, noi siamo europei e ci comportiamo come tali”. Sul suo account Twitter e sulla sua pagina Facebook il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha salutato le manifestazioni: “Grazie ai nostri concittadini di religione islamica che hanno manifestato contro il terrorismo”. Gentiloni ha aggiunto: “So che non era facile andare in piazza, nel clima che viviamo. Averlo fatto è stato importante”.
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GM