
“La manifestazione degli islamici a Roma? Ci si aspettava di più, c’erano 500 persone in piazza e non tutti erano musulmani”, così Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha commentato le manifestazioni contro l’Isis – dopo gli attentati di Parigi – indette dalle comunità islamiche in tutta Italia, facendo riferimento in particolare a quella di Roma. L’ex ministro ha sottolineato: “Un po’ pochini rispetto al milione e 500mila musulmani che vivono in Italia. L’Islam ha dei testi sacri molto complessi, ha un profeta guerriero. Nell’Islam non esiste un’interpretazione ufficiale dei testi sacri, chiunque può svegliarsi e dire qual è la lettura giusta dell’Islam. Il fenomeno è interno alla cultura islamica e va affrontato per quello che è”.
“La grande questione non è tanto la vicenda dell’altro da noi, ma che noi non siamo attrezzati per combattere il fondamentalismo, perché noi a differenza loro non siamo motivati. Loro sono disposti a farsi saltare in aria e noi non siamo neanche in grado di difendere la nostra identità e la nostra storia”, dice la Meloni, che aggiunge: “Hollande ha detto che chiuderà le moschee all’interno delle quali si predica odio. Ma se lui aveva contezza di questo fatto avrebbe dovuto già chiuderle, non doveva aspettare gli attentati per farlo. C’era un quartiere nel cuore dell’Europa in cui si applicava la Sharia e istituzioni europee non riuscivano a entrare perché avevano paura. Solo dopo gli attentati si sono svegliati e ora è sotto assedio”.
Per Giorgia Meloni, “sono politiche che hanno risentito della confusione che una certa intellighenzia radical chic ha portato avanti riguardo il rispetto della cultura e il rispetto delle regole. Si sono sottovalutati atteggiamenti ‘grigi’ per questioni di tolleranza e rispetto La gran parte delle moschee che vengono aperte in occidente sono finanziate dall’Arabia Saudita, dove il Corano viene interpretato in maniera fondamentalista. In Arabia c’è la pena di morte per gli omosessuali, ci sono le lapidazioni per le adultere. Io non voglio nella mia città una moschea finanziata dai fondamentalisti”.
Le accuse al governo
Infine sull’atteggiamento del governo: “Posso anche capire che da parte del Governo ci sia il tentativo più che legittimo di evitare una psicosi generale. Ma se da una parte si deve cercare di tranquillizzare gli italiani, dall’altra bisognerebbe metterli nella condizione di stare tranquilli. Da questo punto di vista l’attività del governo e di Alfano mi sembra fallace. Da tempo noi cerchiamo di far notare gli errori riguardo scelte di politica migratoria e di sicurezza e la sostanziale sottovalutazione di un fenomeno che è sotto ai nostri occhi. Siamo stati derisi, ci hanno detto che soffiamo sulla paura per prendere qualche voto in più. Il caos generato dai migranti distoglie l’attenzione dei nostri servizi di sicurezza che potrebbero concentrarsi su altro”.
Manifestazioni flop in tutta Italia
Nel complesso, non solo a Roma, ma in tutta Italia, erano davvero pochi i musulmani che sono scesi in piazza nel weekend. Arbil Dernati, il giovane imam di Sarno, nel salernitano, che ha voluto esprimere il proprio dissenso nei confronti del terrorismo di matrice islamica, ne ha fatto una questione meramente organizzativa: “La manifestazione? Forse alla vigilia doveva essere meglio organizzata ma, soprattutto, spiegata e fatta condividere”.
Le critiche alle manifestazioni arrivano soprattutto da Milano, dove il vicepresidente del Consiglio comunale, Riccardo De Corato, scrive in una nota che “solo poche centinaia di musulmani erano presenti oggi alla manifestazione Not in my name in Piazza San Babila. Hanno aderito all’evento 80 associazioni, in media non c’erano nemmeno 10 persone per ogni gruppo”. De Corato ha ricordato che “i musulmani a Milano sono circa 150mila e 1 milione in tutta la regione”.
Duro anche l’affondo di Roberto Calderoli: “Se l’Islam moderato c’è allora lo deve dimostrare e oggi certo non lo ha fatto. Poco più di 500 persone a Milano, dopo tanti annunci negli ultimi giorni, a manifestare contro gli attacchi terroristici a Parigi? Mi sarei aspettato che le tante comunità islamiche presenti nelle nostre città, addirittura 90 associazioni in Lombardia stando ai loro responsabili, scendessero in piazza massicciamente. Invece, nessuna mobilitazione massiccia, solo qualche centinaio di persone e per di più molti ‘infiltrati’ targati Pd, Sel e movimenti di sinistra a rimpolpare un corteo altrimenti di pochi intimi. Una partecipazione scarsa e imbarazzante che rappresenta una risposta chiara: a questo punto noi andremo dritti per la nostra strada”.
GM