
“Non volevo assolutamente uccidere, volevo solo proteggere la mia famiglia”, così Rodolfo Corazzo, il gioielliere 59enne che ieri sera a Lucino, frazione di Rodano, ha ucciso un malvivente in seguito a una sparatoria, si è difeso davanti ai carabinieri. A differenza della vicenda di Francesco Sicignano, però, la tesi che l’uomo abbia sparato per difendersi sembra essere avallata anche dalla magistratura inquirente, tanto che il procuratore aggiunto Alberto Nobili, già poche ore dopo i fatti afferma: “Siamo nell’ambito della legittima difesa”.
Si cercano intanto i due complici del rapinatore ucciso: i carabinieri del Comando provinciale di Milano, che indagano sul caso, hanno esteso la ricerca in tutte le possibili direzioni di fuga, coordinati dal pm di Milano Grazia Colacicco. Ha detto il comandante provinciale dei carabinieri Canio La Gala: “Stiamo indagando. E’ in corso una battuta per cercare i complici”. Non lontano dalla villetta dove c’è stato il tentativo di rapina è stata anche trovata una Golf che risulterebbe rubata, ma non è chiaro se sia la stessa con la quale i rapinatori sarebbero giunti davanti casa di Corazzo.
E’ stato infine identificato il rapinatore rimasto ucciso nella sparatoria: si tratta di un pericoloso latitante, il 37enne pluripregiudicato albanese Valentin Frrokaj, ricercato da un anno e mezzo dopo essere evaso il 7 maggio 2014 dal carcere “Pagliarelli” di Palermo dove stava scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio di un connazionale, avvenuto a Brescia nel luglio 2007. L’albanese si era già reso protagonista, insieme a un connazionale, di un’evasione, avvenuta il 2 febbraio 2013 dal carcere di Parma. Era poi stato rintracciato ed era finito in manette sei mesi dopo a Cassano d’Adda.
GM