La battaglia di Giulia: “Così ho sconfitto l’anoressia”

Giulia Pezzullo (foto Facebook)
Giulia Pezzullo (foto Facebook)

Giulia Pezzullo, coneglianese di 24 anni, in un’intervista a un quotidiano locale aveva raccontato della sua battaglia personale contro l’anoressia: “Il mio rapporto con il cibo era diventato guerra. Oggi è una lotta continua. L’anoressia non sparisce mai, ma se la conosci riesci a dominarla, come si fa con il nemico”. Quelle sue parole sono state anche rilanciate su Facebook da Cristina Agnes Fornasier, la giovane anoressica di Mareno di Piave morta nelle scorse settimane davanti agli occhi del padre.

Quella di Giulia sembra essere ora una vicenda a lieto fine: la giovane, dimagrita da 58 a 34 chili in meno di un anno, ricorda in un blog come tutto ha avuto inizio. “Non avevo lavoro, non sapevo come sarebbe stato il mio futuro, mi ero innamorata di Carlo. E per la prima volta un sentimento d’amore sfuggiva al mio controllo, avevo paura”, scrive la 24enne, che parla di “un mese intero passato abbracciando la stufa perché avevo sempre freddo e comunque uscivo a camminare per lunghi chilometri”.

Prosegue Giulia: “Non avevo mai fatto molto caso al mio aspetto fisico, non avevo mai amato particolarmente lo sport, prima frequentavo un sacco di amici e invece mi ero ridotta a stare sempre da sola”. Arriva così il ricovero, a 21 anni, e da quel momento la battaglia, con al proprio fianco la sua famiglia, i medici e Carlo, che nonostante tutto non l’ha mai abbandonata: “E’ stato il primo ad accorgersi che stavo male e mi faceva leggere articoli sull’anoressia sperando che mi rendessi conto, ma io non volevo sentire ragioni, non mi piaceva l’idea di essere malata”.

I due si lasciano ma Carlo è innamorato e fa di tutto per lei, anche regalargli il dominio del blog “Filo rosso”, dove da inizio novembre Giulia Pezzullo ha deciso di raccontarsi. “Ci è stato insegnato che tutte le relazioni si basano su uno scambio. Dare e ricevere. La malattia mi permetteva di ricevere senza dare. Ero un involucro. Occhi spenti. Sguardi non presenti. Ero un burattino nelle mani di quella malattia che tanto ti toglie e niente ti dà. L’anoressia faceva da regista ed io ero la protagonista”, scrive la ragazza ricordando la sua battaglia contro l’anoressia.

GM