Uccise un bandito durante una rapina: “Lo rifarei”

Giovanni Petrali (websource)
Giovanni Petrali (websource)

Per manifestare solidarietà a Rodolfo Corazzo, il gioielliere 59enne che l’altra sera a Lucino, frazione di Rodano, ha ucciso un malvivente in seguito a una sparatoria, è giunto Giovanni Petrali, il tabaccaio di Pantigliate, altro comune nell’hinterland milanese, che nel 2003 sparò contro due rapinatori uccidendone uno. Petrali – intercettato da ‘Corriere Tv’ – ha spiegato di non essere pentito per quanto accaduto: “Ho subito 9 anni e mezzo di processi ma lo rifarei. Era la terza volta e alla fine cosa dobbiamo fare? Aspettarli con il caffè?”.

“Ho letto il giornale stamattina e poi l’ho visto in televisione” – racconta il tabaccaio – “Abito a tre chilometri da qui e sono venuto per curiosità ma anche perché lego questa vicenda al mio passato. Quel giorno, il 17 maggio del 2003, io e mia moglie abbiamo rischiato la vita ma non abbiamo aperto la cassaforte”. Il rapinatore ucciso da Corazzo era un latitante albanese condannato all’ergastolo e poi evaso, mentre Petrali ricorda: “Erano un milanese e un genovese”.

Il tabaccaio ci tiene a sottolineare: “Io non sono stato condannato, sono stato assolto pienamente. In primo grado mi hanno dato quattro mesi con la condizionale, poi in Appello sono stato assolto”. Petrali spiega ancora: “Io ho lasciato fare due volte, perché non avevo un’arma e armi in casa mia pensavo non ne sarebbero entrate mai. Dopo le precedenti rapine, ho detto ai miei figli: ‘Adesso mi comprate una bella pistola e se vengono ce la vediamo’. E’ duro ma è così: la gente dovrebbe provare la sensazione di una pistola puntata in mezzo agli occhi e poi possono parlare”.

Petrali ha concluso: “Non sono pentito per niente di quanto successo. Io ho lavorato fino a 77 anni e adesso ne ho 82. Certamente se quei due quel giorno fossero andati a lavorare non sarebbe accaduto niente, né a loro né a me”.

GM