
Vengono definite “una zona grigia, certamente tradizionalista e di ispirazione fondamentalista, ma senza che questo significhi sempre e necessariamente l’adozione del jihadismo”: sono le cosiddette moschee “in garage”, dei luoghi di culto dell’Islam “indipendenti, scollegati da ogni network nazionale”, su cui il Viminale sta provando a fare luce in questi giorni. Secondo alcuni recentissimi dati, questi spazi non meglio definiti sono una trentina solo nella Capitale.
Soprattutto in seguito ai recenti fatti di Parigi, che hanno evidenziato come uno dei pericoli maggiori potrebbe provenire – come fatto notare anche dal premier Matteo Renzi – dalle stesse nostre periferie, il Viminale ha cercato di mappare la galassia dell’Islam in Italia, evidenziando: “La presenza islamica in Italia ammonta a circa 1.613.000 unità, stimata al 31 dicembre 2014, equivalente al 32,2% del totale degli stranieri. Questo dato numerico si è ridotto di circa 40mila unità rispetto all’anno precedente a causa della crisi che, addirittura, ha portato molti a lasciare l’Italia”.
Si legge ancora nella ricerca: “La comunità musulmana è composta al 58% da individui di sesso maschile. Ciò nonostante, sono le donne musulmane a crescere con tassi percentuali più elevati rispetto agli uomini, contribuendo maggiormente all’incremento della comunità”. Sono poi “circa 70mila” gli “italiani ‘convertiti’ all’islam e una cifra di poco superiore di immigrati naturalizzati e quindi ora cittadini a tutti gli effetti, per un totale di 140mila persone”.
Le principali comunità musulmane sono collocate nel Nord-Ovest col 39% del totale e nel Nord-Est col 27%, mentre “le regioni con una maggiore presenza musulmana sono Lombardia (26,5%), Emilia Romagna (13,5%), Veneto e Piemonte (9%)”. La comunità islamica, spiega il Viminale, “è costituita per lo più da individui di giovane età che migrano per ragioni occupazionali. A queste prime generazioni se ne aggiungeranno certamente di nuove che andranno sempre più ad accrescere la presenza musulmana in Italia”.
I dati sulle moschee
“In Italia sono presenti più di 700 luoghi di culto islamici ma non tutti possono qualificarsi come moschee. Le moschee vere e proprie attualmente in Italia sono molto poche: quelle di Roma, di Segrate, di Ravenna e di Colle di Val d’elsa, di Palermo e Catania”, afferma il Viminale, mettendo in luce dunque quanto sia variegata la galassia dei luoghi di culto, mentre “solo il Centro islamico culturale d’Italia, cui fa capo la Grande Moschea di Roma, ha ottenuto il riconoscimento di persona giuridica”. C’è poi appunto il lato oscuro delle cosiddette moschee “in garage”: “Il loro collegamento” – scrive il Viminale – “ove esiste, è informale e si avvale prevalentemente dei canali internet”.
GM