Uccise il ladro durante la rapina, anche il gioielliere finisce indagato

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E’ indagato per eccesso di legittima difesa Rodolfo Corazzo il gioielliere che martedì ha ucciso un ladro entrato nella sua casa di Rodano, nel Milanese. Il reato ipotizzato è eccesso colposo in legittima difesa. I magistrati appaiono convinti che si tratti di un caso di legittima difesa, ma ritengono necessaria un’indagine per fare luce sull’accaduto. Si tratta di un atto tecnico dovuto a sua garanzia, sostengono, in quanto consentirà infatti a Corazzo di nominare suoi consulenti di fiducia per l’autopsia sul corpo dell’albanese, per gli esami genetici e balistici e per altri accertamenti irrepetibili. “Il mio assistito – ha spiegato il legale di Corazzo, l’avvocato Piero Porciani – non è turbato dal fatto di essere indagato ma per il fatto che ci siano dei delinquenti ancora in libertà”. Proseguono infatti le indagini per identificare i complici in fuga e per ricostruire gli spostamenti dell’albanese morto nella sparatoria nei giorni precedenti alla rapina. La villetta di Rodano è stata dissequestrata, ma per ora Corazzo preferisce non tornarci. Ieri il gioielliere ha espresso timori per ritorsioni su di lui e la sua famiglia, dicendosi convinto che i complici dell’uomo ucciso fossero della zona: “Ho la pistola da 35 anni, non l’ho mai utilizzata e non avrei mai voluto utilizzarla quella sera. Ma la pistola mi ha salvato la vita e la rivoglio al più presto perché ora me l’hanno tolta. Sarebbe stupido se non mi venisse restituita, la rivoglio appena possibile, altrimenti andrò a rompere le scatole a chi di dovere. Riavere la pistola per me significa riavere la mia sicurezza e non sono disposto a farne a meno”.

ADB