
La comunità di Adro, in provincia di Brescia, è sconvolta l’atroce morte del 28enne Luca Mongodi: il giovane nella notte tra venerdì e sabato si è lanciato dal cavalcavia che sovrasta l’autostrada all’altezza di Cazzago San Martino. Subito dopo l’impatto con l’asfalto, il 28enne è stato travolto da una Golf con a bordo cinque ventenni, tutti lievemente feriti, che è stata a sua volta tamponata da una Volvo. Nonostante la pista principale sia quella del suicidio, la Questura non tralascia alcuna ipotesi e prosegue nelle indagini.
A supportare la tesi del suicidio, il fatto che nell’auto del giovane, una Fiat 500, lasciata appena sul cavalcavia da Mongodi prima di lanciarsi nel vuoto, ci fossero tracce di sangue. Questo dovrebbe voler dire che prima di uccidersi Mongodi avrebbe provato a tagliarsi le vene. La salma di Luca Mongodi è stata composta nell’obitorio del Civile di Brescia in attesa degli accertamenti medico-legali, mentre grandi sono dolore e sgomento sui social per il decesso di questo giovane, appassionato di escursionismo e grande amante della natura.
“Luca era un ragazzo modello, educato ed estroverso”, spiegano i vicini di casa di Mongodi, che viveva con i genitori, mentre un ragazzo che frequenta il bar dove il 28enne è stato visto per l’ultima volta qualche minuto prima del suicidio ricorda: “Abbiamo giocato al pallone insieme qualche volta, era una persona come tutti noi”.
GM