I terroristi in chat: “Questo sarà l’ultimo Papa”

Papa Francesco (Franco Origlia/Getty Images)
Papa Francesco (Franco Origlia/Getty Images)

Blitz antiterrorismo della Polizia di Stato di Brescia, in collaborazione con la Polizia kosovara con arresti e perquisizioni nei due Paesi: i reati contestati sono quelli di apologia al terrorismo e istigazione all’odio razziale. Secondo gli inquirenti, l’operazione “ha permesso di disarticolare una compagine terroristica che, anche attraverso l’uso dei social network, propagandava l’ideologia jihadista”. Nel complesso, nel corso dell’operazione, è stata arrestata una persona, ci sono state poi due espulsioni e un provvedimento di sorveglianza speciale per quattro kosovari.

Nelle chat agli atti dell’inchiesta c’erano anche minacce nei confronti del Papa; gli investigatori spiegano infatti che si annunciavano “visite dai parte dei terroristi dello Stato Islamico”. Una delle frasi intercettate è eloquente: “questo sarà l’ultimo Papa”. Comunque, gli investigatori stanno esaminando il materiale web. Il gruppo di sospetti terroristi, secondo la polizia, è risultato “altamente pericoloso” visti i “collegamenti diretti accertati con filiere jihadiste attive in Siria, riconducibili al noto terrorista kosovaro daesh Lavdrim Muhaxheri”.

Ha spiegato il dirigente della Digos di Brescia Giovanni De Stavola: “Siamo intervenuti in una fase di propaganda e apologia prima che potessero esserci problemi sul territorio”. Anche il questore di Brescia, Carmine Esposito, intervenuto ad Agorà su RaiTre, ha messo in luce la pericolosità dei soggetti fermati: “Nelle dimore perquisite in Kosovo nell’ambito dell’operazione – compiuta contestualmente sul territorio italiano e kosovaro – sono state rinvenute armi”. Il questore ha parlato di “profili di rischio in relazione a derive terroristiche di matrice islamica con particolare riferimento a condotte di propaganda, reclutamento, finanziamento del sedicente stato islamico”.

 

GM