
Miguel Parrondo ha 60 anni, 15 dei quali passati disteso su un letto in coma. Nel 1987 rimase vittima di un gravissimo incidente stradale in cui perse la vita una sua amica. Poi, nel 2012 il risveglio. L’uomo ha ripercorso tutta la sua vita in una toccante intervista rilasciata a El Pais raccontando la sua vita prima dell’incidente e quella dopo il risveglio.
“Non ricordo nulla dell’incidente, ma deve essere stato molto grave. Mio padre aveva già chiamato il prete per l’estrema unzione ma quando i medici gli consigliarono di staccare la spina lui, cattolico praticante, si rifiutò, convinto che solo Dio possa togliere la vita”.
Dopo 15 anni il risveglio: “Appresi con grande sorpresa che la Cecoslovacchia, l’URSS e la Jugoslavia non esistevano più. Ma quello forse fu lo choc minore. La prima persona che vidi al risveglio è stata la figlia, Almudena, che da ragazzina 12enne era diventata una donna di 28 anni. Eppure l’ho riconosciuta subito, a differenza della mia città, I lunghi percorsi sterrati dove andavo con la moto non c’erano più, al loro posto c’erano quartieri residenziali. C’erano così tante auto in giro che credevo che il governo le regalasse ai cittadini, per non parlare della peseta, sostituita dall’euro. Lo choc maggiore fu vedere la gente che parlava da sola, credevo fossero matti e invece parlavano al cellulare”.
Oggi Miguel Parrondo ha 60 anni, ma ne dimostra molti di meno: “Non ho una ruga, perché per 15 anni non ho esercitato il volto. Però ho molti capelli bianchi, anche quello è stato uno choc al risveglio. Però se mio padre non si fosse intestardito, probabilmente non sarei qui a raccontarlo. Quando nel 2009 uscì fuori il caso di Eluana Englaro, soffrii per quella famiglia. Ora ho iniziato da 13 anni una nuova vita: prima la consideravo troppo corta per non essere vissuta al limite, e anche se ho perso molto tempo per via dell’incidente, so di essermela goduta”.
LC