Latitante da mesi, scovato nell’armadio della nonna

Glenn Padilla Villamar (foto Facebook)
Glenn Padilla Villamar (foto Facebook)

E’ finita la fuga di Davide Ruvolo, 32 anni, l’unico dei quattro uomini che nel gennaio scorso uccisero Glen Padilla Villamar, un 36enne filippino, ancora in libertà. La latitanza del giovane, dunque, è durata circa undici mesi e si è conclusa ieri pomeriggio, quando è stato rintracciato in un’intercapedine dell’armadio a casa della nonna. L’anziana, secondo quanto si apprende, avrebbe insospettito i carabinieri del nucleo investigativo di Monza, tardando nell’aprire la porta durante uno dei periodici controlli che venivano effettuati presso i parenti del latitante.

I militari dell’Arma hanno dunque deciso di perquisire la casa della donna, a Milano, scovando il giovane assassino di Villamar ben nascosto nell’armadio. Secondo i carabinieri, però, Ruvolo avrebbe avuto anche altre coperture da parte dei familiari in questo periodo. L’omicidio di Glen Padilla Villamar era maturato nel contesto dello spaccio di droga in quanto il cittadino filippino vendeva shaboo, una droga molto diffusa nella comunità asiatica, e aveva accumulato un debito di circa mille euro nei confronti del padre di Davide Ruvolo, il 57enne Luigi.

Oltre a padre e figlio sono coinvolti a vario titolo nella vicenda i filippini Carlos Lardizabal, 25 anni, Pascual Buidon, 35 anni, e Chester De Mesa, 27 anni. Sembra che poco prima dell’omicidio Villamar si stesse trasferendo a Biella per allargare la sua attività di spaccio, mettendo da parte gli altri, che per questo lo hanno punito, aggredendolo a colpi di mazza da baseball e strangolandolo, poi non paghi hanno tentato di dargli fuoco. Il filippino è stato però identificato grazie ad alcuni segni particolari, compreso un tatuaggio.

 

GM