
Francesco Sicignano, il pensionato che ha sparato ad un ladro entrato in casa sua uccidendolo, aveva ragione. Infatti l’accusa nei suoi confronti sta per essere derubricata e passerà molto probabilmente da omicidio volontario a omicidio colposo con eccesso di legittima difesa. Sicignano aveva da subito raccontato di aver sparato al ladro all’interno della propria abitazione. Secondo le prime ricostruzioni però sembrava plausibile che invece il ladro fosse stato colpito sulla scala esterna della casa. In realtà ora è venuto alla luce grazie alle analisi dei Ris che il dna ritrovato in cucina sul proiettile è compatibile con quello della vittima. Verrebbe così confermato quello che il pensionato ha detto sin da subito: “Ho sorpreso il ladro in cucina sembrava armato ed ho fatto fuoco”.
Gli esiti di questo accertamenti, affidati dal pm di Milano Antonio Pastore, al medico legale Arnaldo Migliorini e ai carabinieri del Ris di Parma (per la parte relativa all’ogiva trovata nella cucina della casa), non sono ancora definitivi, ma l’impianto generale della ricostruzione pare sia proprio questo. Il ladro colpito in cucina sarebbe poi uscito all’esterno e per questo motivo sarebbero state ritrovate le tracce anche sulle scale.
F.B.
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