
“Secondo me l’Isis è equiparabile al nazismo, in quanto a fanatismo, cattiveria, follia. E quindi lo si combatte con le armi”, a sostenerlo, ospite questa mattina ad Agorà su Rai3, è Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, il quale retoricamente chiede: “Che cosa facciamo? Gli mandiamo la Boldrini a dialogare?”. Il leader del Carroccio ha aggiunto: “Nessuno ama l’intervento militare, però mi domando: veramente qualcuno pensa di poter dialogare con l’Isis? Riportare alla ragione chi taglia la gola? E’ chiaro che bisogna chiudergli i finanziamenti, bloccare il petrolio, ma li si deve attaccare militarmente”.
Già nei giorni scorsi, intervistato da ‘Otto e mezzo’, Salvini aveva ribadito gli stessi concetti: “Bisogna intervenire, e non con i fiori o i pandori. L’Isis è come il nazismo. L’Isis è pericolosa come il nazismo e va trattata come fu trattato il nazismo”. Il segretario della Lega risponde poi a una provocatoria domanda se lui per primo sia disposto a combattere: “Se ci fosse bisogno, per garantire la sicurezza dei miei figli, farei qualsiasi cosa. Però non penso che andremmo molto lontano contando su Salvini. Dovrei fare un po’ di palestra”.
“Io prima di essere attaccato attaccherei. Abbiamo già cinquemila militari italiani impegnati in missioni, che rischiano la vita. Chiedo solo, politicamente, da segretario della Lega nord, da cittadino italiano e da genitore, prima di avere il pericolo sul mio pianerottolo, di attaccare”, aveva rilevato ancora Salvini, che poi aveva aggiunto: “La reintroduzione del servizio civile la stiamo studiando, e probabilmente anche qualche mese di servizio militare farebbe bene, per insegnare un po’ di rispetto”.
Nelle scorse ore, favorevole a un intervento militare, qualora si decidesse di portarlo avanti, si era detto Silvio Berlusconi, che aveva anche espresso sostegno alle politiche di Putin. Diverse invece le posizioni di altri due presidenti del Consiglio: per Romano Prodi, gli attacchi vanno mirati ai pozzi di petrolio; sulla stessa lunghezza d’onda Giuliano Amato, per il quale occorre “affamare” l’Isis.
GM