Loris, la Procura: “L’omicidio fu premeditato”

Veronica e Loris
Veronica e Loris

Veronica Panarello, la mamma del piccolo Loris Stival, sarà giudicata per l’assassinio e l’occultamento del cadavere del figlio di 8 anni. Il gup di Ragusa, accogliendo la richiesta della difesa, ha deciso per il rito abbreviato condizionato a perizia psichiatrica. Era l’ultima mossa che l’avvocato della donna, Francesco Villardita, ha potuto provare per salvare la sua assistita da una condanna da ergastolo, dopo le recenti dichiarazioni della donna che ha ammesso di aver gettato il cadavere del figlio nel canalone del Mulino Vecchio, un anno fa a Santa Croce Camerina, ma di non averlo ucciso, sostenendo che Loris si era strangolato da solo con una fascetta di plastica da elettricista.

Versione che la Procura non crede e infatti stamattina, in apertura di udienza preliminare, il procuratore Petralia e il pm Rota hanno contestato l’aggravante della premeditazione del delitto.

Oggi, in aula c’era Veronica, arrivata dal carcere di Agrigento dove è detenuta, e il marito Davide Stival che insieme ai suoi genitori si è costituito parte civile. Fuori dal tribunale, la zia di Loris, Antonella Stival, che parlando con i giornalisti ha ammesso di avere cercato su richiesta di Veronica Panarello lo zainetto di Loris – mai trovato e che poi la donna ha detto di aver abbandonato nelle campagne verso Donnalucata il giorno in cui Loris morì – ma di non averlo trovato: “Se lo avessimo trovato non lo avremmo preso ma avremmo chiamato la magistratura – ha detto la zia di Loris -. Anche noi ci siamo incuriositi alla richiesta di Veronica e alla nostra domanda su perché avremmo dovuto cercare lo zainetto lei ci ha detto: “Perché cercano di incastrarmi””.

Prima della decisione del Gup, la difesa aveva chiesto la perizia psichiatrica per la presunta assassina ma il gup aveva respinto la richiesta. “Veronica Panarello è tranquilla, la scelta del rito abbreviato condizionato è stata fatta con lei ed è stata pienamente condivisa”, ha detto il suo legale all’uscita dal Palazzo di giustizia.

MD