La ‘morte’ naviga nel Mar del Giappone VIDEO

Un’operazione della Guardia Costiera nipponica (Koichi Kamoshida/Getty Images)

La tragedia di migranti che scappano da guerre o regimi oppressivi non è solo una questione europea. Negli ultimi due mesi, almeno 12 barche di legno sono state ritrovate a largo delle coste giapponesi. A bordo nessuna traccia di vita ma solo macabre scoperte: corpi in decomposizione, altri addirittura decapitati, e, in un caso, sono stati trovati solo 6 teschi. Le autorità giapponesi stanno indagando sul mistero ma l’ipotesi più probabile è che si tratti di persone che cercavano di fuggire dalla Corea del Nord: alcuni tessuti rinvenuti a bordo, la tipologia di imbarcazione e alcune scritte indicherebbero questa provenienza. Yoshihiko Yamada, un esperto navale, ha spiegato all’emittente televisiva NHK che “i vascelli hanno una somiglianza impressionante a quelli utilizzati da disertori dalla Corea del Nord”, spiegando che “le barche sono in legno, vecchie e pesanti: non possono viaggiare molto veloci e i motori non sono abbastanza potenti per affrontare le correnti.” Quest’ultima affermazione, in attesa di una conferma ufficiale, ha fatto pensare che le imbarcazioni potrebbero anche essere pescherecci andati fuori rotta ma la tesi non convince. In ogni caso, i presunti fuggitivi avrebbero scelto la pericolosa traversata del Mar del Giappone, a causa della stretta maglia di controlli al confine cinese che impedirebbe qualsiasi possibilità di uscire illegalmente dalla Corea del Nord.

 

L. B.