Pensionati più poveri ma qualcuno naviga nell’oro

(Christopher Furlong/Getty Images)

Se non fosse bastato l’allarme lanciato nei giorni scorsi da Tito Boeri, presidente dell’Inps, sul rischio per gli attuali 35enni di non riuscire ad avere una pensione, i dati Istat del 2014 sulle pensioni italiane creano ulteriori preoccupazioni sui redditi della terza età. Oggi,il 40,3% dei pensionati riceve un assegno sotto i 1.000 euro – parliamo di 6 milioni e mezzo di persone su 16 milioni- mentre 240mila, l’1,4% del totale, possono contare su una pensione superiore ai 5.000 euro. Da segnalare anche i superpesionati, uno 0,1% che incassa oltre 10.000 euro al mese; numeri questi, che riportano alla mente le recenti polemiche per le pensioni di Nichi Vendola, ex governatore della Puglia, e dell’ex premier Lamberto Dini. A questi fortunati si aggiungono altre 767.000 persone che possono contare su pensioni di tutto rispetto, tra i 3.000 e i 5.000 euro al mese. Preoccupante il dato delle donne: 4,2 milioni prendono meno di 1.000 euro al mese, e di queste, 1.169.000 hanno un reddito inferiore ai 500 euro.Sono più poveri anche i nuovi pensionati (2014); il reddito medio è di 13.965 euro contro i 17.146 di chi già la prendeva nel 2013: una differenza di 3.000 euro annui. Recentemente, il Santo Padre ha fatto un accorato appello perché non manchi il diritto alla pensione. Il problema, però, è che con certe pensioni in Italia è un miracolo sopravvivere.

 

L. B.