
Le immagini di alcune zone allagate dell’Italia a causa delle forti piogge potrebbero essere niente in confronto a come il Paese rischia di diventare tra alcuni decenni: parzialmente sommerso dalle acque. Secondo uno studio dell’Enea, 5500 km quadrati di Pianura Padana potrebbero essere inghiottiti dal mare; a rischio inondazione anche 33 aree costiere da Venezia a Trapani, con l’eccezione di quelle marchigiana e romagnola, della Calabria della Puglia e della Liguria. Da anni si parla di riscaldamento globale e innalzamento dei mari, argomenti spesso presi sottogamba; se lo scenario descritto si realizzasse, le acque si spingerebbero nell’entroterra nazionale almeno fino a 60 km, sommergendo città e rendendo l’Italia simile a come era nel Pleistocene. Se non bastasse questo quadro apocalittico, potremmo dover fare i conti anche un drastico cambio della temperatura con stagioni aride e secche nel sud Italia: in pratica un secondo nord Africa. Facilmente immaginabili le ripercussioni sull’agricolutra e l’economia nazionale, oltre ai problemi di reperimento di acqua potabile (per altro già conosciuti in alcune regioni italiane). Ovviamente, i mutamenti non riguardarebbero solo il Belpaese ma anche il nord Europa che avrebbe un clima non più rigido ma mediterraneo. Secondo gli esperti si può ancora fare qualcosa. Il problema è la volontà dei Governi.
L. B.