“Metà degli abitanti danneggiati dal decreto salvabanche”

Banca Etruria, la sede centrale (CC-BY-SA-3.0)
Banca Etruria, la sede centrale (CC-BY-SA-3.0)

CariFerrara, Banca Marche (la cui vicenda va avanti da oltre due anni), Banca Etruria e CariChieti, le quattro banche commissariate da mesi e il cui destino era in bilico, sono state salvate dal consiglio dei ministri, che si è riunito in via eccezionale domenica 22 novembre, dando il via libera a un decreto legge mirato. Per il governo, il decreto tutela i correntisti, ma i piccoli risparmiatori di questo non sono per nulla convinti e stanno dando battaglia al principale azionista di questo esecutivo, il Partito Democratico.

Tante sono le denunce di queste ore, una delle quali arriva da una frazione di Chiusi della Verna, in provincia di Arezzo, dove su 300 residenti “160 sono stati danneggiati dal decreto Salva banche del governo”. Denuncia all’HuffPost Mara, una delle persone coinvolte: “Siamo 300 persone per la maggior parte anziani, di cui 160 hanno perso i propri risparmi. La media persa è di 20mila euro ma ci sono cifre anche molto più alte. Io ad esempio, con mio padre di 80 anni e mio fratello, abbiamo perso 70mila euro in tutto. Il mio babbo ha perso la moglie quando aveva 36 anni e ha messo tutto quello che ha guadagnato da parte per noi. Ora di quei risparmi non c’è rimasto più niente”.

Al suo fianco Roberto: “A me è mancato mio padre all’improvviso pochi mesi fa. Dopo i primi tempi sono andata in banca per la successione e mi sono trovata senza niente. Mia madre è disoccupata e prenderà ora giusto la reversibilità di mio padre; mia sorella non lavora e questi risparmi erano una certezza anche per lei. Io ho il mio lavoro di cameriera stagionale, ora sono a casa con disoccupazione, ma immaginate quanto potrò prendere… Ma la cosa che mi ha ferita tantissimo è che mio padre non si è goduto mai nulla nella vita per dare a noi e a nostra madre qualcosa, e ora non abbiamo più niente”.

Le obbligazioni? Non sapevamo cosa fossero

Alla domanda sul perché i genitori abbiano sottoscritto obbligazioni, le due donne hanno risposto: “”Non sapevamo nemmeno cosa fossero le obbligazioni. I funzionari della banca ci telefonavano a casa per proporci questi investimenti vendendoceli come occasioni. Era, per tutti, il 2013. Ci hanno detto che erano titoli non a rischio perché, seppure fossero andati male e non avessero dato interessi, avremmo comunque ripreso il capitale iniziale. E invece ci ritroviamo senza niente”.

 

GM