
Piazza della Quercia di Roma ha detto addio all’albero secolare che le ha dato il nome. L’esemplare infatti, che svettava nel luogo dove ha sede il Consiglio di Stato, è stato brutalmente abbattuto. A colpi di motosega l’albero è stato tranciato in più parti e le radici dell’albero, sono state soffocate dalla nuova pavimentazione dell’area. I lavori, da migliaia di euro, sono stati progettati e realizzati dall’ufficio tecnico del Municipio I senza tenere in considerazione il valore storico ed ambientale dell’esemplare.La situazione era già stata denunciata nei mesi scorsi dai tecnici comunali che hanno effettuato i sopralluoghi: “Si evidenzia un progressivo deperimento dell’albero di ‘Quercus ilex’ e abbiamo constatato che versa in condizioni di particolare sofferenza a causa della scarsissima permeabilità e traspirabilità della pavimentazione sopra l’apparato radicale”. Un appello rimasto inascoltato, tant’é che, dopo quasi un anno, quella pavimentazione ne ha causato la morte. “Il massetto di calce e cemento – scrivono ora i responsabili dell’Ufficio Giardino alla consigliera del municipio I, Nathalie Naim che ha seguito fin dall’inizio la vicenda – ha impedito la traspirabilità e permeabilità”. “A giugno avevo scritto al direttore dell’ufficio tecnico – protesta Naim – invece di fare l’aiuola hanno fatto una griglia intorno alla quercia. Nulla da fare l’albero è morto”. E dal Servizio Giardini dichiarano: “L’abbattimento è necessario, albero era ormai morto e pericoloso”. Purtroppo il Comune di Roma non ha i soldi necessari, quindi sarà la Confraternita dei Macellai a donare un nuovo giovane albero, non prima di ampliare la “tazza” della pianta troppo stretta.”Questo per evitare – spiegano la presidente del municipio I Sabrina Alfonsi e l’assessore alla Mobilità, Anna Vincenzoni – come è già accaduto nel corso degli ultimi anni, che la nuova quercia si ammali e debba essere sostituita. Come spesso accade, purtroppo questi interventi non sono preceduti da una comunicazione al municipio che si è trovato a dover dare risposta a decine di telefonate dei cittadini che chiedevano chiarimenti”.
Roberta Garofalo