
“Io e mio marito siamo tra coloro che hanno perso dei soldi. Non tantissimi ma non è una bella sensazione”, a parlare in questi termini non è uno dei tanti piccoli risparmiatori che stanno criticando il decreto legge del governo per salvare le banche, ma la vicesegretaria del Partito democratico e presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani, in un’intervista al quotidiano ‘Libero’. Ricorda la vice di Renzi alla segreteria nazionale: “Io e Riccardo [il marito della Serracchiani, ndr.] avevano bisogno di un mutuo, abbiamo cercato la proposta più allettante. Paghiamo circa mille euro al mese, per una casetta friulana a tre piani. A Roma con quella cifra non avremmo potuto comprare nemmeno un box. Siamo diventati soci perché ci offrivano un tasso di favore nel mutuo”.
La banca in questione non è una delle quattro oggetto del decreto del governo, ma la Banca popolare di Vicenza; secondo la Serracchiani quella dell’istituto bancario è stata una bella tentazione “e io ho ceduto”, perdendo “credo 18mila euro”. La vicesegretaria dem si assume le sue responsabilità: “Sono furibonda, ma con me stessa. A sentire Riccardo non gli avevano prospettato tutti i rischi”. La Serracchiani non boccia però il decreto salva-banche: “C’era la necessità di salvare i soldi dei correntisti, i posti di lavoro e cercare di mettere in sesto il sistema che ha risentito della crisi. È stato fatto, meglio che altrove. Noi abbiamo tenuto di più con il sistema bancario. La Germania ha speso molte risorse per salvare il proprio sistema”.
Il decreto salvabanche
Il 22 novembre scorso, infatti, CariFerrara, Banca Marche la cui vicenda va avanti da oltre due anni, Banca Etruria e CariChieti, le quattro banche commissariate da mesi e il cui destino era in bilico, sono state salvate dal Consiglio dei Ministri, che si è riunito in via eccezionale di domenica pomeriggio, dando il via libera a un decreto legge mirato. Si tratterebbe di un provvedimento che, spiega il Governo, “consente di dare continuità all’attività creditizia – e ai rapporti di lavoro – tutelando pienamente i correntisti”.
La Serracchiani esprime però preoccupazione proprio per i consumatori: “C’è una differenza tra chi ha investito in azioni e i risparmiatori. Bisogna trovare come intervenire in modo equilibrato. È una situazione di emergenza, e quindi di emergenza sarebbe l’intervento. Non è semplice né scontato. Cerchiamo soluzioni da inserire nella Stabilità”.
GM