Venezuela, è finita l’era del chavismo

Venezuela, opposizioni in festa (LUIS ROBAYO/AFP/Getty Images)
Venezuela, opposizioni in festa (LUIS ROBAYO/AFP/Getty Images)

Non è solo la Francia a essere scossa da un vero e proprio terremoto elettorale, con il Front National che tocca il 28% dei consensi e diventa primo partito nelle elezioni regionali. Anche in Venezuela, nelle scorse ore, è stata segnata una svolta, sicuramente netta e senza possibilità di appello: secondo la commissione nazionale elettorale (Cne), la Mud, la coalizione unitaria antichavista, ha ottenuto circa 99 seggi, mentre il Psuv di Maduro si è fermato a 46.

Altri 19 seggi sono ancora da assegnare, il che fa addirittura sperare l’opposizione antichavista di poter ottenere nella nuova Assemblea una maggioranza qualificata dei tre quinti o addirittura quei due terzi del Parlamento che gli permetterebbero di promulgare una amnistia per i detenuti politici, tra i quali Leopoldo Lopez, leader di “Voluntad Popular”, il gruppo più radicale dell’opposizione, e Antonio Ledezma, l’ex sindaco di Caracas.

Il presidente Maduro ha così commentato il voto: “Considerando l’esito del voto, siamo venuti qui con la nostra morale, la nostra etica a riconoscere questi risultati contrari, ad accettarli e a dire al nostro Venezuela che hanno trionfato la Costituzione e la democrazia. Lo accettiamo”. Maduro, leader considerato da sempre meno “brillante” del suo predecessore Hugo Chavez, paga senza dubbio l’incapacità di gestire la crisi economica che ha attraversato il Paese.

La svolta nel voto venezuelano ha un valore ancora più importante perché il chavismo ha rappresentato per molti una nuova concezione di socialismo nel XXI secolo, divenendo un modello sia in America Latina, dove a partire dal Venezuela molti Paesi svoltarono a sinistra, sia in Europa, dove partiti come Podemos e Syriza lo hanno in qualche modo preso da esempio.

 

GM