
Sono quasi pronti i risultati del test del DNA effettuati sui resti di un cadavere trovato in Florida. Potrebbe essere proprio lei, Ylenia Carrisi, scomparsa misteriosamente vent’anni fa da un albergo di New Orleans. Nell’attesa, a dare nuovi dettagli sulla storia è la figlia di Keith Jesperson. Il camionista serial killer che potrebbe aver ucciso anche Ylenia.
Si chiama Melissa Moore e ricordi che ha di suo padre sono davvero drammatici. Ha deciso di raccontarli in esclusiva al settimanale Giallo. “Una sera mi chiese se volevo restare a dormire da lui – racconta Melissa, oggi diventata un avvocato – Rifiutai e la stessa notte uccise un’altra donna. A volte penso: cosa sarebbe successo se fossi rimasta?”.
E poi prosegue: “Un giorno, quando avevo circa sei anni, andai insieme ai miei fratelli nel seminterrato per giocare e trovammo dei gattini. Mio padre afferrò i micetti, li appese per la coda alla corda del bucato e li uccise”. Keith Jesperson (soprannominato Happy Face, per il marchio che era solito lasciare sui cadaveri delle vittime) aveva commentato l’accaduto sostenendo che la sofferenza della figlia fosse “divertente”.
La ragazza parlando con i giornalisti di Giallo racconta inoltre che più volte suo padre le diceva che c’erano dei segreti che avrebbe potuto confessare ma poi non lo ha mai fatto. Finchè un giorno suo nonno non le ha rivelato che Jesperson aveva manifestato il desiderio di uccidere i suoi figli. Melissa sapeva che suo padre era solito dare passaggi a giovani donne sul suo camion. Ciò che non poteva immaginare è la fine che faceva fare alle autostoppiste. Oggi la ragazza deve vivere con la consapevolezza che suo padre è un assassino, uno spietato serial killer che sostiene di aver ucciso 100 donne e tra le altre sue vittime potrebbe esserci anche Ylenia.
Romina Power intanto ha chiesto alla stampa italiana di rispettare il dolore della famiglia Carrisi e non trattare il caso. Purtroppo dopo oltre due decenni continuano ad emergere nuovi dettagli sulla vicenda
MD