
Sono arrivate le condanne per la morte di Muhammad Shahzad Khan, ucciso a settembre dello scorso anno a Torpignattara da un minorenne che lo massacrò a pugni e calci. A giugno scorso il ragazzo è stato condannato a otto anni di carcere, mentre ieri la III corte d’assise ha inflitto 21 anni al padre, che dal balcone di casa incitava il figlio con frasi come “Gonfialo” e “Ammazzalo”. Secondo la prima ricostruzione, la lite è scattata quando l’immigrato, un pakistano di 28 anni, ubriaco, stava molestando dei passanti. Il 17 enne si sarebbe infuriato per uno sputo in faccia e avrebbe colpito lo straniero fino ad ucciderlo. L’accusato si è difeso: “Gli ho dato solo un pugno”.
Un mese dopo la morte del pakistano venne arrestato anche il padre del minorenne, un pregiudicato quarantenne, con favoreggiamento di omicidio volontario, con l’aggravante di aver istigato al reato un minorenne. Diversi testimoni avevano infatti raccontato che l’uomo, dalla finestra di casa, avesse istigato il figlio a picchiare il giovane pakistano, lanciando anche una bottiglia dalla finestra, poi una volta consumatasi l’aggressione, sarebbe sceso per strada allontanando con modi bruschi la folla.
Il genitore aveva anche mentito per salvare il figlio, dando questa versione dei fatti: “Quello straniero ha sputato a mio figlio, gli ha dato uno spintone e allora gli ho detto ‘gonfialo’ per dire difenditi, mica dicevo ammazzalo nel senso di ucciderlo. È stata una disgrazia. Avrà battuto la testa”. Nei giorni scorsi, il Tribunale dei minori ha deciso di affidare il giovane in prova ad una comunità di recupero per due anni, al termine dei quali la pena potrebbe estinguersi.
GM