
Ormai era diventato il cane simbolo della Pet Therapy. Si chiamava Cannella ed era uno splendido labrador di 12 anni. La sua vita era stata interamente dedicata al bene dei bambini e delle persone malate che accudiva e rendeva felici. Tra i suoi fortunati pazienti non solo i bambini, ma anche anziani, malati terminali, persone con problemi psichici e disabili. In molti hanno beneficiato della sua presenza, della sua disponibilità a farsi fare coccole e carezze a volontà, del suo sguardo sempre benevolo ed affettuoso. Antropozoa, l’associazione che si occupa da 20 anni di attività assistite con gli animali e che si prendeva cura di Cannella, racconta di aver ricevuto tantissimi messaggi di cordoglio per la morte del cane e ricorda: “In molti l’hanno incontrata negli ultimi 12 anni nei reparti dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze dove era di casa: entrava dalla porta principale e aveva libero accesso con il suo operatore umano in tutti i reparti, anche quelli più delicati come l’Oncoematologia e la Rianimazione. Tanti bambini l’hanno rappresentata nei loro disegni, moltissimi genitori l’hanno amata per la sua capacità di accompagnare nel silenzio e nel dolore della malattia i piccoli, con leggerezza, delicatezza e tanto generosità. Una dote naturale, ma anche imparata grazie alla sua lunga esperienza in coppia con il suo operatore umano. Cannella è stato il primo cane a costruire un modello di intervento nella umanizzazione delle cure, integrando il suo modo di essere, pieno di empatia, con il reparto in cui si trovava”.
F.B.
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