
A sei anni dal sisma che distrusse L’Aquila, causando la morte di 309 persone, soprattutto studenti, l’unico a finire in carcere è stato Livio Bearzi, preside del Convitto aquilano ‘Domenico Cotugno’. L’uomo, che veniva dalla terribile esperienza sismica del Friuli (1976), aveva fatto notare alcuni problemi dell’edificio, possibili pericoli in caso di terremoto: disse che la struttura non era sicura ma nessuno lo ascoltò, nemmeno la Provincia. La Cassazione ha stabilito che lil dirigente scolastico è responsabile di omicidio colposo per la morte di tre studenti e il ferimento di altri due a seguito del crollo del convitto nella notte del 6 aprile 2009. Politici e intellettuali si stanno muovendo per fare in modo che venga restituita la libertà a Bearzi, ritenuto incolpevole dell’accaduto.
L. B.