
Loris Gozi, il superteste del caso Ragusa è stato arrestato. La storia di Roberta, la bella donna di Gello, scomparsa la stessa sera della strage Costa Concordia, non c’entra. Il 38enne, giostraio, al momento disoccupato , residente a poche centinaia di metri dalla casa della famiglia Logli, è entrato nel carcere Don Bosco per l’esecuzione di una sentenza diventata definitiva.
Nell’aprile 2013 venne condannato a 3 anni per furto aggravato. Un episodio avvenuto nel 2008: Gozi avrebbe spaccato il finestrino della vettura di una turista, parcheggiata in una via del centro, portando via un computer portatile. Dopo la sentenza di primo grado, il giostraio e il suo avvocato dell’epoca non si erano più occupati del verdetto e, in assenza di ricorsi in Appello, la pena è diventata esecutiva.
Spiega l’avvocato Antonio Cozza, da qualche mese legale di Gozi: “Loris è finito in carcere per una vecchia vicenda risalente al 2008, avente ad oggetto un reato “bagatellare” conclusasi con una sentenza di condanna in primo grado, che non è stata impugnata. Il Tribunale di Sorveglianza ha respinto la richiesta di affidamento in prova al servizio sociale, perché, sostanzialmente, non ha un lavoro. Vi era la possibilità di ribaltare la sentenza di primo grado che, per varie trascuratezze a lui non imputabili, non è stata appellata, divenendo così definitiva, così come di dar corso a misurare alternative alla detenzione; la mancanza di un lavoro è stata valutata, allo stato, però come una situazione a ciò preclusiva”.
Sempre secondo il suo avvocato, Gozi ha provato in tutti i modi a trovare un posto fisso, facendo appelli in tal senso anche attraverso i mezzi di informazione, ma si è visto tutte le porte sbarrate. “Il suo “senso civico”, che lo ha indotto a riferire agli inquirenti ciò che era a sua conoscenza in relazione alla scomparsa di Roberta Ragusa, ha finito per nuocere alla sua persona, rendendogli pressoché impossibile il reperimento di un lavoro. In questo momento lui è sconfortato, ma ancora fiducioso nella giustizia e nelle tante persone che, in questi giorni, gli hanno dimostrato solidarietà e vicinanza e che, rompendo il muro di diffidenza, si sono rese disponibili a dargli una mano. Ci attiveremo immediatamente per far sì che egli possa uscire dal carcere il prima possibile”.
MD