
Il califfo Abu Abr al-Baghdadi, ritenuto il capo carismatico ed indiscusso dell’Isis, dopo essere stato ferito in un raid aereo iracheno lo scorso ottobre, sarebbe transitato in Turchia, dove è stato curato, dopo un trasferimento fatto “dalla Cia in coordinamento con i servizi di intelligence turca“, quindi sarebbe stato portato a Sirte, capoluogo del Califfato in Libia e città natale dell’ex dittatore Muammar Gheddafi. Lo riferisce l’agenzia di stampa iraniana Fars, citando fonti libiche anonime e non ancora verificate da testate indipendenti.
Se la notizia fosse confermata, si tratterebbe di una nuova pesante accusa nei confronti della Turchia, dopo quelle di connivenza con l’Isis portate avanti in queste settimane dalla Russia di Putin. Proprio da Mosca però non arrivano conferme a questa notizia; interpellato infatti dalla stampa italiana, che ha incontrato ieri, il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha risposto: “Non so dove si trovi al-Baghdadi, ma ci sono informazioni che l’Isis abbia cellule nelle milizie locali e questo suscita preoccupazione”. Il riferimento è alla presenza appunto di cellule dell’Isis a Sirte.
Secondo l’agenzia di stampa iraniana, dunque, l’autoproclamato califfo dello Stato Islamico, dopo il ferimento, sarebbe stato subito trasferito a Raqqa, capitale del califfato in Siria, dove avrebbe ricevuto le prime cure, ma a causa dell’impossibilità di salvargli la vita con i mezzi a disposizione i servizi segreti statunitensi e di Ankara avrebbe trasferito lo sceicco del terrore in una località sconosciuta della Turchia. La televisione al-Manar TV non sembra avere dubbi: “La Central Intelligence Agency si è coordinata con l’intelligence turca per trasferire al-Baghdadi in Turchia”.
Dal Pentagono, però, Ash Carter, parlando della strategia degli Stati Uniti contro l’Isis, in un’audizione davanti alla commissione Difesa del Congresso, ha ribadito in maniera secca: “La realtà è che siamo in guerra”. Il capo del Pentagono ha poi spiegato di aver “personalmente contattato” 40 Paesi per chiedere un maggiore contributo nella lotta allo Stato islamico.
GM