
Giosuè Ruotolo, il 26enne unico indagato per il duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, avvenuto a Pordenone il 17 marzo 2015, sarebbe omosessuale e proprio la sua gelosia nei confronti dell’ex commilitone sarebbe il movente del delitto. A riferirlo è il settimanale ‘Giallo’. Se tale ipotesi fosse confermata, dunque, si dissiperebbero molti dubbi sul perché Ruotolo abbia agito, uccidendo l’ex commilitone e la sua fidanzata.
“Lo sa che nell’ambiente militare si vocifera che lei sia omosessuale?”, avrebbero chiesto i magistrati inquirenti al 26enne originario di Somma Vesuviana, che però avrebbe detto di non essere a conoscenza di queste voci e avrebbe comunque smentito di essere gay. Inoltre, nel corso dell’interrogatorio, sarebbero state poste a Ruotolo domande specifiche sul rapporto con la propria fidanzata, Rosaria Patrone, descritta come una ragazza gelosa, ossessiva capace persino di inventarsi delle malattie pur di far tornare a casa il suo fidanzato.
Nei giorni scorsi, la giovane è stata sentita nuovamente nella caserma dei carabinieri di Somma Vesuviana per 5 ore e 45 minuti in qualità di persona informata sui fatti. Intanto, i pm che coordinano le indagini, Matteo Campagnaro e Pier Umberto Vallerin, sono andati in trasferta a Somma Vesuviana, per interrogare una trentina di persone, amici e conoscenti del giovane, che continua peraltro a sostenere la propria innocenza.
Le parole del legale di Ruotolo
Ha ribadito il suo legale, Roberto Rigoni Stern, riguardo la pista dell’amore omosessuale: “Non potendo tralasciare alcuna eventualità, in questa fase dell’indagine, era inevitabile che i pm vagliassero tutte le ipotesi possibili, compresa questa. Sì, ci risulta stiano lavorando anche su questa pista ma quella di un amore non corrisposto di Giosuè nei confronti di Trifone appare davvero un’ipotesi fantasiosa. A cominciare dal fatto che risulta sguarnita di qualsiasi corredo probatorio. Fino ad oggi non ci sono elementi che vadano in quella direzione, non risulta che alcuna delle persone sentite, né i commilitoni nè altri testimoni, abbiano rilasciato dichiarazioni utili a comprovare questa tesi”.
L’avvocato ha proseguito: “Fino ad ora non sono emersi indizi nè alcun nesso di causalità che portino a dimostrare che Ruotolo abbia commesso il duplice delitto e quindi si sta cercando un movente che non c’è all’interno di una ‘provocazione’. Si stanno scandagliando le vite personali di questi ragazzi alla ricerca di una motivazione ma non risulta nulla che possa far ricondurre questo gesto ad una presunta simpatia o attrazione di Giosuè per Trifone”.
Ha concluso Rigoni Stern: “Ribadisco che se questo sospetto fosse stato davvero concreto e verosimile, vi sarebbero stati senza dubbio riscontri nei messaggi o nelle testimonianze degli altri commilitoni e delle molte persone sentite. Invece, non è risultato nessun comportamento strano o anomalo. Nessuna ‘devianza’. Era più di un anno che Giosuè non viveva nello stesso appartamento con Trifone. Non risultano incontri, chiamate o messaggi”.
GM