Garlasco, Stasi: “Agitato, ma fiducioso che in Cassazione emerga la verità”

Alberto Stasi (foto dal web)
Alberto Stasi (foto dal web)

“Un po’ agitato, ma fiducioso che in Cassazione emerga la verità”. Alberto Stasi, attraverso il suo noto e fedele legale Fabio Giarda, non smette di gara sapere che lui è innocente e ripete che, quel 13 agosto 2007 a Garlasco, paesino alle porte di Pavia, non ha ucciso la fidanzata Chiara Poggi. Difficile nascondere la tensione per un 31enne che, a poche ore dall’udienza davanti ai giudici della Cassazione, rischia una condanna a 16 anni di carcere, al termine di uno dei processi più intrigati della storia della giustizia italiana.

Per due volte assolto, poi condannato il 17 dicembre scorso dopo la decisione della Suprema Corte di annullare il processo, venerdì mattina Stasi – dopo un percorso giudiziario lungo otto anni – non sarà davanti ai giudici della quinta sezione, preferendo restare lontano dai riflettori.

“E’ fiducioso rispetto a quanto abbiamo scritto nel ricorso, rispetto a una sentenza che è illogica in molti punti”, spiega l’avvocato. Tanti gli elementi contestati dai difensori – il professor Angelo Giarda farà un intervento di circa due ore – “dall’assenza di movente che in un processo indiziario è il collante che non può mancare, a un quadro che non è certo e che non restituisce quanto accaduto” il giorno del delitto.

La difesa di Alberto chiederà alla Cassazione l’annullamento senza rinvio del processo, facendo un riferimento anche al caso Meredith in particolare rispetto alla “validità della prova scientifica, delle perizie e nell’indicazione del movente”.

L’accusa chiede invece che venga accolto il ricorso della procura generale in merito all’aggravante della crudeltà, non riconosciuta dai giudici dell’appello ‘bis’. Se così fosse Stasi si troverebbe di fronte ad altri giudici- sarebbe il sesto processo in otto anni – con il rischio concreto di vedersi aumentare la pena. I giudici di piazza Cavour potranno semplicemente confermare la decisione presa e per l’imputato si aprirebbero le porte del carcere. La parte civile rappresentata dall’avvocato Gian Luigi Tizzoni chiede “verità per Chiara”.

Non saranno presenti in aula i genitori di Chiara che attenderanno il verdetto nella casa di Garlasco, nelle stesso posto dove è stata uccisa la figlia 26enne, a poche centinaia di metri dall’abitazione della famiglia Stasi.

MD