Operaio indiano trova un portafogli con 450 euro “Di chi sono?”

In this photograph taken on September 7, 2015, a young Indian ragpicker sniffs a cloth soaked in glue as he stands alongside railway tracks near Hazrat Nizamuddin Railway station in New Delhi. Scores of poor children make their homes at the railways of India's mega cities such as Delhi and scratch out a meagre existence by sifting through rubbish, collecting scraps and plastic bottles to sell off at the expense of going to school. The children at Nizamuddin railway station are a fraction of the International Labour Organisation's estimated 5.7 million child workers in India, where they often fall prey to drug abuse and become extremely vulnerable to exploitation and violence. AFP PHOTO / Chandan KHANNA        (Photo credit should read Chandan Khanna/AFP/Getty Images)
(Chandan Khanna/Getty Images)

Ha trovato un portafogli con dentro 450 euro sotto una panchina alla fermata dell’autobus e ha deciso di portarlo in Comune, perché venisse rintracciato il legittimo proprietario. Protagonista di questa bella vicenda, avvenuta giovedì scorso a Gorgo al Monticano, in provincia di Treviso, è Raman Jassal, indiano di 43 anni, operaio in un’azienda di Motta e da circa undici anni residente nel piccolo comune. Nel Veneto dove l’emergenza criminalità si è trasformata in paura del diverso, tanto da arrivare a episodi limite come il ferimento di due fidanzatini scambiati per ladri, un fatto che nella quotidianità dovrebbe essere “normale” diventa un evento straordinario.

L’episodio intorno all’ora di pranzo mentre il 43enne indiano aspettava l’arrivo della figlioletta da scuola, di fronte all’edicola del paese. Raman Jassal si è così accorto che sotto la panchina c’era qualcosa, che poi ha identificato come un portafoglio pieno di banconote, con un bancomat e altri documenti. “La carta d’identità però non c’era” – ha sottolineato Jassal – “C’erano circa 450 euro, più un bancomat. Qualcuno evidentemente che aveva atteso la corriera per Motta l’aveva perso. Ho attraversato la strada e ho portato il portafoglio in municipio, all’ufficio dei Servizi sociali. Da qui poi sono riusciti a risalire alla proprietaria. Era una donna di Motta: mi ha contattato il giorno seguente e mi ha ringraziato molto”.

 

GM