Rudy Zerbi confessa il suo dramma familiare

Rudy Zerbi (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)
Rudy Zerbi (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)

Rudy Zerbi ha rischiato di perdere la compagna incinta. A raccontare il suo dramma lo stesso presentatore sulle pagine di Vanity Fair. La tragedia è stata sfiorata durante il parto del figlio Leo, nato lo scorso anno. Durante la nascita, a cause di alcune complicazioni, la compagna Maria Sole e lo stesso nascituro, hanno rischiato seriamente di perdere la vita.

Zerbi, come riferito al mensile, ha saputo della drammatica situazione mentre era al lavoro: “Dieci mesi fa è nato Leo, il mio ultimo figlio. Al settimo mese di gravidanza la mia compagna, Maria, ha avuto un distacco totale della placenta mentre era a casa da sola. Io ero in studio, con il telefono staccato. Gli assistenti hanno cominciato a farmi cenno di uscire, ma io dicevo: un attimo, abbiamo quasi finito. È dovuto venire il produttore a prendermi per un braccio. Quando sono arrivato all’ospedale le infermiere piangevano: stavano morendo sia Maria sia Leo. L’hanno fatto nascere in corridoio ma, una volta nato, aveva bisogno di cure speciali e solo pochi ospedali a Roma hanno le incubatrici per i prematuri gravi, e quel giorno erano tutte piene. Così ci hanno mandati al Casilino, un ospedale di periferia. Lì mi sono reso conto che, nell’emergenza, chi fa la differenza sono proprio gli infermieri, gente che fa fatica ad arrivare alla fine del mese, che lavora, condivide e piange con te. I bambini che salvano diventano i loro figli, ti chiamano quando torni a casa, ti chiedono di mandare le foto, organizzano una festa all’anno per incontrare di nuovo i bambini salvati. Lì vedi la verità”.

Il piccolo Leo, che oggi sta bene, è il quarto figlio del presentatore anche se i prime li ha avuti avuti da donne diverse; al riguardo Rudy parla orgoglioso della sua famiglia allargata e dei bambini – alcuni dei quali diventati grandi  che hanno riempito la sua vita:

Anche se siamo un po’ sparpagliati: Tommaso e Luca, che hanno 16 e 11 anni, stanno a Milano. Edoardo che ne ha 6 abita a Bologna, e Leo vive a Roma con me. Comunque, ci piace andare a giocare a calcio tutti insieme – a parte Leo, per ora – oppure fare le costruzioni con i Lego. Ogni anno ci diamo l’obiettivo di costruire qualcosa di incostruibile, tipo la navicella di Guerre stellari a dimensioni reali. Non finiamo mai, ma è un’idea romantica“.

Zerbi conlude l’intervista parlando del ruolo di padre e dell’importanaza che ha la presenza di un genitore: “Ho imparato che devo essere presente. Da piccolo ho sofferto moltissimo la mancanza di Zerbi, che pensavo fosse il mio vero papà: io abitavo a Santa Margherita Ligure, lui a Milano, ci vedevamo pochissimo. A posteriori, devo riconoscere che ho sofferto anche dell’assenza del mio vero padre, Davide Mengacci. La domanda che gli ho sempre fatto, e che ancora non ha avuto una risposta, è: come hai fatto a resistere trent’anni sapendo che ero lì? Questa cosa mi ha dato e mi dà un dispiacere mai sopito, e lui lo sa. La mia famiglia ha una storia strana: anche mio nonno, che si chiamava Rodolfo come me, ha cresciuto mia madre come se fosse sua, mentre in realtà non lo era. L’uomo che mise incinta mia nonna scappò di fronte alla notizia della gravidanza. E Rodolfo si fece carico di quella donna e della bambina che portava in pancia“.
LC