Aldo Nove insultato per un commento al pensionato suicida

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Facebook, come tutti i social networtork, è un giudice che non perdona. Lo sa bene lo scrittore Aldo Nove che lo scorso giovedì ha scritto sul suo profilo “Questa cosa di chi si suicida perché “ha perso tutti i risparmi” mi lascia raggelato. Da parte mia non ho mai “messo da parte” nulla e preso atto di questo credo che non mi suiciderò perché oggi devo vedere una bella ragazza, un ottimo musicista e imparare nuove forme di meditazione sul respiro. Che cazzo sono sti “risparmi”? Se la religione è l’oppio dei popoli, il culto dei soldi ne è il cianuro”. Queste parole si riferivano al pensionato  Luigino D’Angelo, che si è tolto la vita a Civitavecchia dopo avere perso 110 mila euro investiti in banca. Un post molto chiacchierato, che ha riscosso consensi e non solo. Ai molti attacchi ricevuti, tipo  “Sei un poveretto. vergognati”, lo scrittore ha ribattuto ricordando la sua vita passata e quella presente, di certo non fatta di privilegi. “Mi tocca, per non essere imbrigliato da livori indirizzati nel luogo sbagliato, dire qualcosa di me. Ho perso mio padre a sedici anni. Mia madre a 17. La casa a diciotto. Ho avuto come eredità molti debiti. Ho finito il liceo lavorando: un po’ di tutto. Vivo in affitto in 35 metri quadri. Mi sono laureato pulendo il culo ai vecchi. Con i soldi guadagnati ho sempre pagato a malapena le spese. Per tutta l’università mi sono nutrito di pesce in scatola lavorando di giorno e studiando di notte. Mai avuto risparmi. Dentista a debito. Attualmente, per avere mollato la Mondazzoni prima di aver consegnato tutti i libri, possiedo, oltre a nessun risparmio, meno 36.000 euro. Per essere libero di essere un uomo e non uno schiavo dei soldi. Amo il presente. Amo la vita che è ora, non tra sei mesi. Pace e amore a tutti, specialmente a chi mi ha attaccato”. Una lezione di orgoglio o forse una richiesta di solidarietà che però è stato il primo a dare e che l’hanno portato a lasciare il social network per 20 giorni, con la promessa però di ritornare.

Roberta Garofalo