Il delitto di Garlasco in Cassazione: “Annullate la condanna a Stasi”

Alberto Stasi (screenshot Youtube)
Alberto Stasi (screenshot Youtube)

Annullare la sentenza di condanna nell’Appello bis per Alberto Stasi e predisporre dunque un nuovo processo, il terzo di secondo grado, in accoglimento del ricorso dell’imputato, che chiedeva l’assoluzione, e del ricorso del pg di Milano, che chiedeva al contrario il riconoscimento dell’aggravante di crudeltà: queste le richieste del sostituto pg della Cassazione Oscar Cedrangolo nel processo per il delitto di Garlasco, in cui perse la vita Chiara Poggi.

Si apre dunque con un colpo di scena l’udienza in Cassazione, dopo che un anno fa Alberto Stasi è stato condannato a 16 anni dalla corte d’Assise d’Appello di Milano nel processo d’appello bis per l’omicidio della fidanzata, avvenuto nel 2007. Nelle motivazioni di quella sentenza, si legge che Stasi “ha ucciso, perché Chiara era pericolosa. Evidentemente era diventata, per un motivo rimasto sconosciuto, una presenza pericolosa, scomoda e come tale da eliminare per sempre dalla sua vita di ragazzo perbene e studente modello, da tutti concordemente apprezzato”. Al contrario, la vittima “era così tranquilla, aveva così fiducia nel visitatore da non fare assolutamente niente, tanto da venire massacrata senza alcuna fatica, oltre che senza alcuna pietà”.

Ieri il legale di Stasi, Fabio Giarda, ha spiegato che il suo assistito è “un po’ agitato, ma fiducioso che in Cassazione emerga la verità”. Per l’avvocato, la sentenza “è illogica in molti punti”, a partire “dall’assenza di movente che in un processo indiziario è il collante che non può mancare, a un quadro che non è certo e che non restituisce quanto accaduto” il giorno del delitto. In aula, in Cassazione, come già previsto, non ci sono né Stasi, né i genitori di Chiara Poggi.

 

GM