
Davide Zaccarelli ogni 27 del mese riceve lo stipendio, circa 1700 euro; quasi 400 di questi gli vengono pignorati e finiscono nel conto della madre di Ezio Foschini, l’uomo che ha violentato la figlia e l’ha spinta al suicidio. Nessun errore di battitura: il padre della vittima, paga mensilmente un risarcimento alla famiglia di Ezio Foschini, l’aguzzino di sua figlia.
La vicenda risale al 2007, siamo a Faenza. Elisa Zaccarelli, figlia di Davide, è una studentessa che frequenta l’istituto d’arte per la ceramica; la giovane, ai tempi dei fatti appena 15enne, è oggetto delle attenzioni morbose del suo professore Enzo Foschini fino al tragico epilogo: un giorno, i due si ritrovano da soli in ascensore a scuola, l’uomo la bacia e la tocca nelle parti intime.
All’epoca Elisa si confidò con la madre, sostenendo però che a essere stata violentata fosse stata un’amica. Il giorno dopo i professori la vedendola in lacrime scoprirono la tremenda verità. Davide e sua moglie denunciarono Foschini, il quale continuò per un periodo ad insegnare come se nulla fosse.
Racconta Davide al quotidiano Libero “Eppure le sue abitudini erano note, segnava sul registro di classe i soprannomi delle alunne, una la chiamava ‘figona imperiale’, gli altri fatico anche a ripeterli; lui, di tutta risposta, scrisse una lettera d’accuse nei confronti di Elisa, facendola anche firmare ai suoi compagni di classe. Volevo denunciare tutti, ma non volevo sporcare la fedina agli adolescenti costretti dal loro professore”.
Davide riferisce che Elisa era stata lasciata sola dalla scuola e dalle istituzioni: “Posso ringraziare solo tre insegnanti, che hanno sostenuto Elisa dandole la forza di continuare a studiare, e sono stati gli unici a venire al funerale”.
In primo grado, Foschini viene condannato a 4 anni di reclusione e al pagamento di 40 mila euro a Elisa e 26 mila alla famiglia come risarciment; da qui la storia assume contorni kafkiani; Davide racconta sempre a Libero “Venne fuori che era nullatenente, ma in realtà aveva spostato tutti i suoi soldi sul conto del padre. Lo denunciamo di nuovo, ma a questo punto veniamo condannati noi”.
La famiglia viene condannata a risarcire i genitori di Foschini con la motivazione che “la denuncia penale avrebbe fatto star male il padre dell’insegnante”. Questo accadde il 29 marzo 2014: tre mesi esatti dopo Elisa si sarebbe uccisa.
Da quella sentenza Davide, che non possiede la cifra che deve alla famiglia di Foschini, si è visto pignorare lo stipendio: “Credo si sia uccisa per il senso di colpa, eppure pensavamo avesse superato tutto. Aveva continuato a studiare, si era diplomata con 91, e aveva anche superato una crisi avuta quando incontrò di nuovo il suo prof in strada”.
Foschini si trova attualmente in carcere dove deve scontare ancora un anno per la violenza sessuale e altri 18 mesi per la mancata esecuzione dolosa del risarcimento per la famiglia. L’uomo si appellò alle tv nazionali facendo conoscere a tutti l’assurda vicenda perché la madre di Foschini, ha chiesto alla famiglia Zaccarelli il pagamento di 21 mila euro di arretrati in 10 giorni: “Ho deciso di rendere pubblica la vicenda perché il dolore di mia moglie è troppo grande, mentre nostro figlio ha solo 11 anni e non ci ha ancora chiesto nulla, ma dobbiamo prepararci per il giorno in cui vorrà sapere perché sua sorella è morta”.
Conclude ancora: “Se credo ancora alla giustizia? Non so, sono stato molto tentato di farmi giustizia da solo, ma se Foschini ora è in carcere devo ringraziare lo Stato che è la Squadra Mobile di Ravenna, la Guardia di Finanza e i giudici. Solo il processo civile, che ci ha condannati, mi lascia perlomeno perplesso”.
LC