
Parma ha ricevuto il marchio Unesco come “Città creativa per la gastronomia”: la notizia è stata comunicata al sindaco Federico Pizzarotti da Irina Bokova, direttore generale dell’agenzia specializzata delle Nazioni Unite. Il riconoscimento arriva per il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto e altri prodotti alimentari di eccellenza, ma anche perché Parma ha saputo diventare un vero e proprio punto di riferimento per la gastronomia: qui hanno sede l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, e Alma, la Scuola di cucina internazionale.
Non nasconde la propria soddisfazione per il riconoscimento il sindaco Pizzarotti: “Questo riconoscimento rafforza la vocazione internazionale di Parma e può aprire la strada ad importanti sviluppi per la nostra economia, soprattutto in campo turistico. E’ anche la conferma che il futuro del territorio parmense passa in primo luogo attraverso la valorizzazione dei suoi prodotti di eccellenza e la capacità di trasformarli in cibo. Sono anche convito che, se saremo bravi, potremo utilizzare questo riconoscimento come volano per far conoscere Parma nel mondo anche come città d’arte, carica di storia, che si appresta a celebrare i suoi primi 2.200 anni di vita”.
Gli fa eco l’assessore Cristiano Casa: “E’ una vittoria della città e del territorio in tutte le loro espressioni; abbiamo avuto da tutti risposte positive e disponibilità a collaborare. E’ la dimostrazione che lavorare insieme è la ricetta giusta per raggiungere anche gli obiettivi più difficili. Ma non è il momento di celebrare noi stessi: il lavoro, quello vero per mettere a frutto il riconoscimento dell’Unesco, comincia oggi. Se sapremo muoverci con coralità d’intenti e con la stessa determinazione che abbiamo mostrato
in questa occasione, sono certo che moltiplicheremo gli effetti positivi, con benefici che si ripercuoteranno su tutto il nostro territorio”.
Patrimonio dell’Unesco
Negli ultimi anni, sono entrati a far parte del patrimonio Unesco, tra gli altri, i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, in Piemonte, e l’Etna, definito “uno dei vulcani più emblematici e attivi al modo”. Tra i beni immateriali, dopo lo Zibibbo di Pantelleria, un’altra eccellenza italiana potrebbe divenire presto Patrimonio immateriale dell’umanità, rientrando nella lista dell’Unesco: si tratta della pizza napoletana, che nei mesi scorsi ha ottenuto l’ok della Commissione nazionale italiana per l’Unesco, presieduta dal prof. Giovanni Puglisi.
GM